di Matteo Rosso e Roberto Bagnasco*
Caro direttore,
abbiamo seguito attentamente in questi giorni la polemica su «Il Giornale» relativamente alla vicenda del convegno promosso dalla Provincia di Genova che tendeva a negare il dramma delle Foibe e degli eccidi perpetrati ai danni di migliaia di cittadini italiani per motivi etnici e politici durante e alla fine della seconda guerra mondiale in Venezia Giulia e Dalmazia. Affermare a gran voce la verità storica di eventi che hanno visto il sacrificio di tanti innocenti richiede un grande coraggio, quello che Lei e la Sua Redazione avete sempre dimostrato.
Ci piace ricordare, come già in molti hanno fatto, che la tragedia delle foibe e l'esodo di migliaia di cittadini italiani da Istria, Fiume e dalla Dalmazia, vengono ricordate in tutta Italia con una giornata dedicata alla celebrazione del «Giorno del Ricordo», istituito con legge dello Stato.
La matrice pubblico-istituzionale che è stata predisposta attraverso l'istituzione di una giornata di celebrazioni evidenzia il forte proponimento di preservare il valore della memoria di tragedie di così immane portata. Pagine tristi della storia d'Italia e dell'umanità nella sua accezione più ampia. Lo stesso Presidente Giorgio Napolitano non ha esitato a definire una «tragedia per lungo tempo negata da una assurda cecità».
Gli infoibati ebbero tutti una colpa comune: l'essere italiani.
Qui si tratta di studiare una parte della storia d'Italia troppo a lungo ignorata e dimenticata e che, di fronte ad episodi come quello accaduto a Genova, che negano, abbracciando le tesi dell'estrema sinistra, il massacro delle foibe perché accecati dalla mitologia comunista richiedono una netta presa di posizione da parte delle istituzioni.
Il «Giorno del Ricordo» è stato istituito con legge dello stato del 2004 con la ferma volontà di affermare la tragica verità delle Foibe e dell'Esodo e le dimensioni storicamente rilevanti di queste due tragedie tanto da renderle meritevoli di ricordo e di celebrazioni
È per questo che le tesi negazioniste oltre ad essere atrocemente feroci perché negano le sofferenze di migliaia di italiani, richiedono un fermo intervento per impedire così che vengano avvallate tesi che oltre che essere gravemente offensive si pongono dunque in oggettivo contrasto con una legge dello Stato, una legge approvata con voto quasi unanime dal Parlamento italiano.
* consiglieri regionali Pdl
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