Vodafone, tagli agli organici e perdita record

Oggi i risultati del gigante della telefonia mobile. Il peso della svalutazione degli asset

da Milano

Alla fine i nodi vengono al pettine. Per Vodafone il nodo, non certo piccolo, è la mega acquisizione di Mannesman effettuata in Germania nel 2000, ossia al culmine della bolla speculativa legata a Internet. E quei 101 miliardi di sterline, ossia quasi 150 miliardi di euro, in cui c’era anche Omnitel Italia, pesano ora come un macigno sui conti del supergigante della telefonia mobile mondiale. Così, oggi, l’amministratore delegato di Vodafone, Arun Sarin, nel corso della presentazione dei risultati annuali, potrebbe annunciare una perdita pari a circa 15 miliardi di sterline (22 miliardi di euro), la maggiore nella storia della società inglese, dopo il «write-down», ossia la svalutazione delle attività acquistate da Mannesman a caro prezzo. Insomma, quelle reti che nel 2000 sembravano d’oro, come pure le licenze Umts, anche queste finite nella svalutazione degli asset, oggi valgono molto meno. E per riequilibrare il bilancio bisogna svalutare. Una manovra semplice a livello teorico ma che pone Vodafone davanti a scelte pesanti. Secondo il Financial Times, infatti, la società dovrà ora lavorare per cercare di aumentare il fatturato usando al massimo ciò che ha già. E non è certo poco, dato che Vodafone ha circa 180 milioni di utenti ed è presente in 26 Paesi del mondo. In realtà la forza della società è stata proprio la costante crescita mediante acquisizioni. Tra le ultime quelle di Telsim, il secondo operatore turco per 3,7 miliardi di euro, troppo per alcuni analisti.
E ieri il titolo della concorrente Turkcell è salito nella prospettiva che Vodafone diventi meno competitiva sul mercato turco, avendo tagliato le possibilità di investimento in nuove iniziative. Tra le misure per aumentare le performance di bilancio c’è anche la riduzione di 6mila posti di lavoro tra cui 500 al quartier generale di Newbury, a 60 chilometri da Londra. Ora la società punta tutto sulla nuova strategia di marketing che prevede di aumentare il traffico mobile anche da casa, offrendo una speciale tariffa che ha però un costo tipo canone mensile e uno scatto alla risposta.

Resta ora da vedere se la società accetterà di vendere Verizon Mobile, la società Usa controllata in società con il gigante statunitense delle tlc. Verizon, secondo indiscrezioni, avrebbe offerto oltre 40 miliardi di dollari, ma Vodafone non vorrebbe perdere la sua quota nel ricco mercato americano della telefonia mobile.

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