A.a.a., cercasi facce nuove. Il Pd milanese e pronto ad appendere i cartelli per non ritrovarsi Filippo Penati candidato per la terza volta in due anni in città. Dopo le sfide perse contro Guido Podestà alle Provinciali dello scorso giugno e le Regionali perse con ventitrè punti di distanza da Roberto Formigoni, per le comunali del 2011 il centrosinistra vuole giocarsele tutte. E puntando su un cavallo più fortunato. Il capogruppo milanese del Pd fa mea culpa, «carissimi - scrive ai suo sostenitori Pierfrancesco Majorino - le elezioni lombarde sono andate male, è inutile girarci intorno e minimizzare». Quelle in città «lasciano qualche spiraglio in vista dellanno prossimo ma sarà dura e non bisogna sbagliare niente». In Lombardia il Pd ha perso più di duecentomila voti rispetto al 2005, è passato un milione e 186mila a 976.111, diventando quindi il terzo partito dietro a Pdl e Lega. Sotto la Madonnina rimane il secondo partito (col 26,3%) dietro al Popolo delle libertà e insieme la coalizione di centrodestra non supera il 49 per cento, se in questa tornata si fosse votato per il sindaco il finale sarebbe rimandato al ballottaggio. Dati che fanno partire il Pd allassalto di Palazzo Marino. La ricetta per accorciare le distanze con il Pdl e la Lega: «Le primarie, presto, magari entro settembre» accorcia Majorino. Ma soprattutto «per scegliere qualcosa di nuovo, perchè se non cè una rappresentazione inequivocabile del cambiamento anche nelle facce siamo destinati a perdere pure a Milano città». É il «funerale» a Penati.
Ma a schede aperte, che gli elettori milanesi del centrosinistra abbiano voglia di uno svecchiamento lo dimostrano abbastanza chiaramente i dati delle preferenze. In città fa il pieno di voti (4.922) il capolista Fabio Pizzul, ex direttore di Radio Circuito Marconi e membro di Azione Cattolica. Il secondo più votato con 3.038 preferenze (nono a livello provinciale, con 3.528) è Pietro Bussolati, new entry di 27 anni, «è la prima volta che il mio impegno sociale si traduce in una candidatura politica» ammette. Ma in città ha battuto politici di lungo corso nel Pd, come Franco Mirabelli o Riccardo Sarfatti, Maurizio Baruffi. «Ho deciso di candidarmi solo un mese e mezzo fa e avendo a disposizione poche risorse economiche - ammette Bussolati -, ma la presenza e il lavoro sul territorio pagano, questi risultati si offrono come apripista per il Comune nel 2011, la sfida allimmobilismo è lanciata». Lavvertimento ai big è lanciato.
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