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«Voglio diventare pro. Ma negli Usa»

Non è stato facile, ma ha imparato a domare un caratterino che gli costava arrabbiature a fior di pelle, il romano Andrea Pavan, l’azzurro che all'inizio di maggio è risultato il miglior amateur del Bmw Italian Open. Con il suo quarto giro in 65 colpi - ricorderete - aveva infatti scalato la classifica finale e si era piazzato addirittura al ventiduesimo posto, a due soli colpi da Edoardo Molinari.
Mediaticamente schiacciato per tutta la settimana del torneo del Royal Park da Matteo Manassero e da Domenico Geminiani, Pavan, nonostante il suo fantastico settimo posto nel ranking mondiale dei dilettanti e il recente successo al John Burns Intercollegiate, era l’italiano che (erroneamente) non ti aspettavi.
«Americano a Roma», 21 anni, studia economia in Texas ed è ormai prossimo alla laurea: «Gli Stati Uniti mi hanno insegnato a organizzare al meglio il mio tempo e a essere produttivo al massimo». Sorriso Colgate e occhi azzurro Italia, lo stiloso Pavan ricorda per allure e chiccheria il Cary Grant dei bei tempi: non per niente è il nuovo idolo delle teen ager che hanno popolato il Royal Park: «Io però sono fidanzato con un’americana» ammette.
Il ventunenne, che a soli sedici anni era stato capace di battere i professionisti e di vincere il Campionato Omnium, subito dopo il World Championship di ottobre opterà per la carriera sul Tour: «Voglio tentare la Qualyfing School americana: vivendo già lì da diversi anni, mi piacerebbe restare a giocare negli States». Intanto però gongola all’idea di essere stato nuovamente selezionato (unico italiano su otto giocatori europei) per la Palmer Cup, una sorta di Ryder Cup degli universitari. A fine giugno se la dovrà vedere contro lo squadrone a stelle e strisce al Royal Portrush, nell’Irlanda del Nord. Prima di lui, la convocazione l'aveva centrata solo un altro azzurro, quel Francesco Molinari che oggi - guarda caso - lotta per la Ryder vera e propria.


Il golf dunque è la vita di Andrea, anche se il suo idolo assoluto resta Francesco Totti, «ma in Roma-Inter, quel calcione a Balotelli proprio non lo doveva dare». Come dargli torto: certe cose i golfisti non le fanno.

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