«Voglio vedere in cella l’uomo che per giocare ha rovinato mio figlio»

Carlos, filippino di 51 anni, minuto, gentile, è abbracciato alla moglie davanti al lettino dove riposa il piccolo Antonio (tutti i nomi sono di fantasia). Mormora solo poche parole: «Voglio vedere in galera quel delinquente. Non solo ha tirato un grosso petardo contro mio figlio, ma poi è scappato, senza preoccuparsi delle conseguenze». Conseguenze gravi: il ragazzino è stato ferito all’inguine e i chirurghi hanno dovuto amputargli un testicolo. Ma non è l’unica vittima dell’incoscienza, almeno una decina i feriti e tre le abitazioni incendiate dai bengala, con un anziano salvato dai pompieri attraverso la finestra.
Ma l’episodio più grave accade in via Ricciarelli 8, una traversa di via Murillo, dove vive una piccola comunità filippina, tra cui Carlos, 51 anni, domestico, dall’85 in Italia, la moglie, 40 anni, anche lei colf, e due figli di 17 e 11 anni. Manca poco a mezzanotte e il fratello di Carlos decide di portare giù i bambini per vedere i fuochi d’artificio. «Erano appena scesi quando abbiamo sentito un gran botto e dopo pochi istanti al citofono è arrivata la notizia del ferimento del mio ragazzo. Sono sceso di corsa, Antonio era in un lago di sangue, poco distante una coppia che litigava». Il fratello gli spiega cosa era successo: «Quell’uomo era uscito dal pub Betsabea e passando vicino al gruppo ha tirato il petardo urlando “Tappatevi le orecchie”».
La bomba carta scoppia a un paio di metri dal bambino, che si accascia al suolo. «A quel punto lui ha strappato le chiavi alla donna ed salito sulla macchina, l’ho inseguito, mi sono aggrappato alla portiera, ma due suoi amici mi hanno bloccato». A quel punto però stanno già arrivando polizia e 118. Il bambino vien portato al Buzzi e operato nella notte. I chirurghi devono asportagli un testicolo irrimediabilmente compromesso, poi bisognerà aspettare per capire l’esatta portata dei danni subiti. «Quando si è svegliato e gli abbiamo detto cosa è successo è scoppiato a piangere» conclude il padre disperato.
Nel frattempo la polizia aveva denunciato la donna, Maria M., 27 anni, per favoreggiamento perché si era rifiutata di dire il nome dell’incosciente, per altro ugualmente identificato come Giuseppe M., 37 anni, suo convivente. Entrambi hanno piccoli precedenti, lui gestisce un’officina meccanica. Non è stato ancora rintracciato ma con ogni probabilità se la caverà con una semplice denuncia, essendo trascorsa la flagranza.
Oltre al bimbo altre dieci persone sono rimaste ferite, tra città e provincia, una in particolare a Rho ha riportato ferite alle mani guaribili in un mese, mentre tre case hanno invece preso fuoco, per botti finiti sui poggioli. Un principio di incendio, subito domato dagli stessi inquilini, è scoppiato al quarto piano di piazza Perrucchetti 4. In via Palmieri 6, le fiamme hanno avvolto tapparelle e tende e attaccato anche i tubi del gas, costringendo i vigili del fuoco a sgomberare l’intero stabile.

Più movimento il salvataggio di un pensionato di 70 anni in largo Boccioni: le fiamme dal terrazzino si sono propagate all’appartamento, andato completamente distrutto, e l’uomo è stato portato in salvo attraverso la finestra del bagno.

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