«Voi vivete di risultati, noi di storia»

Storie, date, origini, verità, fatti, contraddizioni, risultati sportivi. Dite quello che volete. Le contraddizioni restano e saranno alla base di migliaia di futili discussioni future senza alcun risvolto che possa accontentare entrambi.
Sta di fatto che il Genoa 1893 è nato 53 anni prima della Sampdoria (che proprio noccioline non sono). Sta di fatto che pur essendo nato dagli inglesi, i colori rossoblù si sono immediatamente radicati nella città di Genova e ne hanno assunto ogni sorta di tradizione, usanza e legame col territorio, compreso il tipico mugugno ligure. Sta di fatto che il Genoa è nato ed è rimasto tale, nei colori, nel nome e nella storia. La Sampdoria è nata da fusioni di colori, persone, palanche e quant’altro; sarà nata da genovesi (ne siamo sicuri?), ma è nata in contrapposizione ai Genovesi, schierati all’epoca al 99 per cento con la squadra originaria della città. Da lì in poi la proporzione è stata sempre di forte maggioranza della fetta rossoblu rispetto alla parte variopinta. Il tutto fino all’avvento di Mantovani Padre ed ai successi della sua gestione, successi innegabili di una persona capace e dotata di uno stile inconfondibile che hanno ridotto questa forbice. Lo dice chi come tifoso avversario dovrebbe odiarlo calcisticamente; e lo dice chi non gli avrebbe mai dedicato una via, vista la non universalità dei suoi successi, ma che ha sempre apprezzato il suo rispetto nei nostri confronti, sia in termini di popolo, di squadra e di storia. Per Mantovani il nemico numero uno era il Genoa, ma un nemico col quale procedere a braccetto per far prevalere Genova sul resto d’Italia. Invece, da quanto si legge su queste pagine i suoi tifosi non mi sembrano dello stesso avviso; tifosi che sono aumentati con le vittorie, scomparendo dagli stadi non appena Mantovani Junior non gli ha portati nei bassifondi della serie B a giocarsi la permanenza nel campionato cadetto coi conti in rosso (Samp-Messina del 2002, non 30 anni fa…). Poi Garrone, e gli stadi si riempiono di nuovo col ritorno in A, ma che in certe occasioni sono meno pieni di quelli dei cugini (Coppa uefa: Sampdoria-Hertha Berlino 0-0 Spettatori paganti 16.507; serie C: Genoa-Lumezzane 1-0 Spettatori 16.804) impegnati in un campionato dove sono stati ingiustamente spediti a giocare per giochi di palazzo (fantagiustizia pseudo sportiva), e per errori del presidente, reo di aver comprato e venduto partite cosa non nuova nel mondo del calcio (ma voi candidi moralisti partite fasulle pensate di non averne mai visto?).
Forse avete ragione voi: il risultato prima di tutto, altrimenti giardinetti, gite fuori porta e shopping domenicale. Per noi invece non contano i risultati sportivi (saremo già spariti): a noi interessano le tradizioni, le maglie, la storia che per voi non contano nulla; non a caso siamo una piazza poco appetibile per chi volesse entrare nel calcio. E allora, godetevi i vostri trionfi, la vostra supremazia: vivete per il risultato, lievitando in base ad esso. Forse avete ragione voi, è sicuramente meglio del nostro masochismo; non fate paragoni però, perché siamo due mondi diversi, diversissimi. E non cercate di primeggiare nel numero, nella passione e nella fede incrollabile, perché sono i nostri cavalli di battaglia e perché nonostante la vostra quasi totale supremazia nei risultati sportivi, non ci siete ancora riusciti.
Lasciate perdere la nostra storia che appena potete cercate con ogni mezzo di confutare (dalla data di nascita ai nove scudetti), perché non ne capite il valore. Per voi conta essere sopra, vincere e il numero di abbonati (che le rare volte che siete stati ai nostri infimi livelli sono crollati miseramente). Noi abbiamo un’idea più passionale che a voi non sfiora nemmeno, non la capite: va al di là della classifica e ci permette di essere sempre presenti, numerosi e capaci di farvi venire il dubbio che nonostante tutto (retrocessioni, Scerni, Dalla Costa, umiliazioni, sentenze, accanimento giudiziario, Carraro, Preziosi…basta?) potreste essere ancora meno di noi.

Auguratevi che la vostra provvidenziale fortuna un giorno non vi abbandoni. Noi tiriamo avanti per la nostra strada anche giocando in C1 promossi in serie A l’hanno precedente, fieri dei nostri scudetti fasulli, del Luigi Ferraris e di 112 anni di storia.

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