Vicenza - Volano i pomodori, e anche pugni e schiaffi, dai comitati contro la base americana. Ieri mattina un corteo studentesco, ieri pomeriggio un sit-in davanti al municipio hanno riacceso tensioni a Vicenza dopo la protesta più clamorosa, il blocco della stazione ferroviaria di martedì sera. I militanti pacifisti non accennano alla smobilitazione, neppure il giorno in cui i loro leader vengono ricevuti a Palazzo Chigi dal sottosegretario Enrico Letta. Dal governo, irremovibile, le associazioni contrarie al raddoppio della presenza militare americana vengono riconosciute come interlocutori, ottengono una serie di scontate accuse verso il sindaco vicentino (di Forza Italia) ma niente di più. I comitati civici strappano soltanto «il pieno impegno del governo per ridurre il disagio per la popolazione e la totale collaborazione con le istituzioni locali e i cittadini».
Incassato un altro no, gli animi a Vicenza si sono scaldati. Nel pomeriggio, alle 17.30, era convocato da giorni un consiglio comunale in cui si dovevano discutere anche mozioni sul caso Dal Molin. Palazzo Trissino è stato presidiato da un centinaio di pacifisti con due sit-in davanti agli ingressi dell'edificio. I manifestanti hanno tentato di bloccare la riunione. In piazza dei Signori, il salotto di Vicenza dominato dalla Basilica Palladiana, area pedonale interamente transennata, le forze dell'ordine hanno schierato mezzi blindati e decine di agenti in tenuta antisommossa. Sotto la Loggia del Capitaniato sono scoppiati tafferugli tra poliziotti e dimostranti: calci, spintoni, colpi di sfollagente e schiaffi.
Nella concitazione un consigliere comunale dei Ds, il capogruppo Luigi Poletto, si è preso un pugno e un calcio mentre cercava di fendere la folla per entrare a Palazzo Trissino. Anche il presidente della Provincia, la leghista Manuela Dal Lago, è stata spintonata. Quando è salito in aula, Poletto ha detto di aver riconosciuto i suoi aggressori ma di non volerli denunciare: «Questa è la parte peggiore del movimento, atti come questo fanno fare un passo indietro ai comitati del no», ha commentato.
Disordini c'erano stati anche in mattinata, con oltre un migliaio di studenti in corteo con cori, striscioni e cartelli. Partiti dalla stazione, i manifestanti si sono fermati sotto l'edificio di Confindustria urlando slogan antiamericani e poi, nel centralissimo corso Palladio, hanno lanciato pomodori che si sono stampati sulle facciate del municipio e della prefettura. Le forze dell'ordine però non sono intervenute per evitare che la tensione salisse ancora. I dimostranti hanno anche bloccato per circa mezz'ora la rotatoria verso Monte Berico facendo impazzire il traffico cittadino. A Vicenza sono giunti rinforzi di polizia per presidiare obiettivi «sensibili»: i pacifisti hanno già ottenuto la militarizzazione prima che arrivino i soldati Usa.
Intanto la protesta contro il raddoppio della base raggiunge anche altre zone d'Italia: ieri una manifestazione è stata organizzata a Torino mentre domani i Comitati di base protesteranno a Bologna, a poche centinaia di metri dalla casa di Prodi.
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