Volete la cucina giusta? Ecco la «kitchen solver»...

Frigoriferi studiati con la Nasa, cappe intelligenti, forni futuristici: c'è chi vi aiuta ad abbinare salute, passione e tecnologia. Per non sbagliare acquisto

Marco Lombardo

Kitchen solver o Personal kitchener? Inventatevi il concetto che volete, ma almeno una volta nella vita entrate in uno showroom dove vi costruiscono la cucina su misura, inteso come secondo gusto. Ne uscirete con la voglia di diventare un Masterchef.

Succede alle porte di Milano, a Cinisello Balsamo, dove «Frigo 2000 High Performance Kitchen» ha la sede e la finestra sulla tavola del futuro. In pratica lì dentro potete trovare tutto quando fa tecnologia al servizio del palato e la denominazione «Frigo» è solo il punto di partenza di una storia straordinaria cominciata da Giovanni Massobrio e proseguita dalla sua famiglia, con la figlia Paola e il di lei marito Carlo Bonaso che si sono trasformati negli architetti della cucina perfetta. In pratica papà Giovanni - che lavorava in un'azienda che importava dagli Usa frigoriferi della General Electric - si mise in proprio nel 1983 con 50 pezzi da mettere sul mercato: «Quando mi accorsi che in pochi mesi avevo guadagnato quello che avrei preso in tre anni di lavoro, ho capito qual era la mia strada». E ora su quella strada c'è appunto Paola che, dopo l'arrivo ad inizio Duemila della grande distribuzione hitech, ha rivoltato l'azienda nata in Lombardia andando nel mondo a caccia di marchi di alta qualità e design. Brand che producono forni tipo quelli a vapore di V-Zug, i frigoriferi di Sub Zero studiati con la Nasa per debellare batteri e gas etilene e far durare gli alimenti tre volte tanto («ci abbiamo messo quattro anni per convincerli a farsi rappresentare in Italia») o l'incredibile cappa Bora inserita nel piano cottura, che elimina fumi e odori senza bisogno di avere nulla sopra le pentole. Praticamente una meraviglia tecnologica. Ma soprattutto Paola ha combattuto (e battuto) gli anni della crisi economica inventandosi appunto un mestiere: il consulente di cucina. Che - chiamatelo come volete - è davvero l'uovo di Colombo.

In pratica: entrate in showroom con una stanza da riempire e ne uscite con un armamentario completo, disegnato perfettamente sul vostro quotidiano. «La prima domanda che faccio - spiega - sembra semplice ma non lo è: usate la cucina più per cucinare o più per conservare? La differenza è essenziale, soprattutto nella ricerca dell'elettrodomestico giusto. Faccio un esempio: se un cliente sceglie un frigorifero che ha poco freezer perché a prima vista gli piace e poi scopro che usa comprare in cascina grossi pezzi di carne per congelarla, lo indirizzo subito su un altro modello. E se acquista molta verdura al supermercato, ecco che il frigo senza gas etilene gli permette di avere i cibi freschi per intere settimane». Facile insomma, ma mica troppo, perché le variabili sono complesse. Il forno ad esempio: «Ecco, quello è un argomento delicato. Innanzitutto le misure, perché se sei una che cucina spesso pesci interi magari appena pescati, ecco che serve un forno di dimensioni più grandi: quello della Wolf e per forza quello. Non pensarci può portare a risultati disastrosi. E poi c'è il problema microonde: tutti lo vogliono ma non sanno bene perché. La risposta alle mie domande è lo uso per scongelare il pane e scaldare i piatti pronti, e io ogni volta spiego che allora è inutile averlo. Meglio un forno a vapore con la funzione di rigenerazione: si ottengono risultati migliori anche in qualità, perchè il combinato con la ventola garantisce la fragranza dei cibi». Chiaro insomma: carnivori, vegetariani o vegani pari non sono, ma il problema per tutti è avere una sana alimentazione attraverso la tecnologia. Con in più il design, che non guasta. «I nostri prodotti sono come prezzi a livello dei marchi più alti, ma senza esagerare. E garantiscono anni e anni di utilizzo. Sono gli strumenti per cambiare il modo di stare in cucina con intelligenza». Per esempio con i piani induzione, «che per qualcuno sono ancora degli strumenti troppo costosi e non all'altezza di quelli a gas. Niente di più sbagliato: si cucina meglio e si risparmia energia. Sono pronta a dimostrarlo». E d'altronde Paola Massobrio è convinta che le case degli italiani cambieranno in fretta: «Prenda ancora l'utilizzo del vapore: molti pensano ai cibi fatti in ospedale e non sanno invece che problemi risolve. Per dire, avevo un cliente con una bimba allergica al lattosio: con il forno giusto ha potuto preparare il purè con patate e olio al timo. Che è più sano e anche più buono».

Una soluzione

per tutti, in pratica: basta chiedere. Anche se resta un ostacolo insormontabile: «La passione: se uno non ama il cibo non posso aiutarlo. Ma in questo caso non è colpa mia: senza passione non c'è tecnologia che tenga...».

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