«Voleva vedere la mostra Non serviva un assessore»

«Ma cos’ha detto Sgarbi?». Molto dispiaciuto e per nulla arrabbiato, non ha certo l’aria del politico scafato Giovanni Terzi, l’assessore di Palazzo Marino finito nel tritacarne del critico.
Assessore Terzi, cos’è successo?
«È successo che sono tornato a Milano di corsa per accompagnare il sottosegretario Naccarato durante una visita istituzionale in città».
E poi?
«Quando l’ho incontrato gli ho detto che Milano non è solo quello, che ci sono anche altre mostre da vedere. Magari la Fabbrica del vapore che per noi è un modello di come vorremmo fare cultura per i giovani».
Quindi?
«Lui mi ha detto che voleva andare a vedere i graffiti e che gli sarebbe piaciuto avere vicino Sgarbi per spiegarglieli. Non proprio un bel gesto».
E lei?
«Ho risposto che andava bene, ma che prima avrei preferito parlare un po’ del problema Leoncavallo».
Risposta.
«Che non era quello il momento, che lui voleva solo vedere la mostra. E che la sua era una visita privata».
E allora?
«Allora gli ho detto che in quel caso la presenza di un assessore non era necessaria».
Sgarbi dice che lei ha avuto il comportamento di uno che ha paura di qualcosa.
«Mi dispiace».
E che ha perso un amico.


«Questo mi dispiace ancora di più. Per litigare bisogna essere in due e io non ho nessuna intenzione di farlo con Vittorio. È una grande risorsa per Milano e il grande successo della Giornata del contemporaneo lo sta dimostrando».

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