«Volevano uccidere il fratello del ministro»

Il plico destinato a Daniele Giovanardi. «Chi l’avesse aperto rischiava di morire»

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Gianluca Pedrazzi

da Modena

Chi lo apriva moriva. Un pacco bomba fatto per uccidere. Chi? Il fratello gemello del ministro Carlo Giovanardi, vale a dire Daniele, medico e presidente delle Confraternite Misericordie, che il 1° aprile dovette assistere impotente all’irruzione nella sede di un gruppo di «disobbedienti». «L’ordigno era un meccanismo riempito di bulloni. Micidiale. Chi lo avesse aperto ci lasciava le penne - dice ancora scosso Daniele Giovanardi -: l’hanno mandato al Cpt, col quale non c’entro nulla, non nel mio ufficio. Chiunque avrebbe potutto aprirlo e avrebbe rischiato la morte. È evidente che per certa gente c’è una strategia: chiunque collabora con l’“aguzzino” è un “aguzzino”».
Una busta gialla formato A4 di quelle imbottite. Attaccato un adesivo bianco con la scritta in stampatello con il nome di Giovanardi e l’indirizzo del Cpt modenese, il Centro di permanenza temporanea. Sono le 10 quando il plico arriva alla struttura e a evitare la tragedia è un addetto che si insospettisce non solo perché il personale del Cpt è stato da tempo allertato sulla possibilità di attacchi alla sede, ma anche perché a Daniele Giovanardi non viene usualmente indirizzata posta a questo indirizzo. E a quel punto scatta l’allarme, con un poliziotto che mette subito in sicurezza l’involucro e chiama gli artificieri, che arrivano da Bologna. E con loro viene chiamato anche Giovanardi: «Era una di quelle buste antiurto. Sopra un’etichetta con l’indirizzo scritto a mano indirizzato però a me presso il Cpt. Quello non è il mio posto di lavoro, la mia vita è alle Misericordie. Nessuno mi scrive a quell’indirizzo. Forse per questo non era stato vistato alle Poste. Da quando c’è stato il blitz del 1° aprile, dopo lo show di Luca Casarini contro di noi, la mia corrispondenza era sottoposta a controllo. Mancando quel visto di colore giallo con un pennarello, che indicava il controllo, al Cpt fortunatamente si sono insospettiti».
E infatti quando gli artificieri entrano in azione, si scopre subito che il pacco spedito con posta prioritaria e smistato dal Centro meccanizzato di Bologna, aveva un alto potenziale esplosivo: circa 500 grammi di polvere pirica e diversi bulloni. Il tutto nascosto in un libro cavo intitolato: «Miti e leggende degli indiani d’America». La data sul timbro era illeggibile e dentro anche un volantino di rivendicazione scritto a mano e siglato Federazione anarchica informale. Accusava Giovanardi all’indomani delle «invasioni» nelle Misericordie: «Casarini ci ha detto che non dobbiamo stare tranquilli, che la violenza che ci è stata fatta è poca...

E poi persino quel giudice di Bologna che arriva a dire che in fondo, i Cpt sono illegali. Ma come si fa a dirlo? Sono i giudici che autorizzano a portare gli immigrati nei centri d’accoglienza: con la stessa logica bisognerebbe far saltare i tribunali...».

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