Niscemi - Per indurre due uomini di Cosa Nostra a non diventare collaboratori di giustizia, pianificavano l’uccisione di bimbi. L’idea era quella di ammazzare due bambini di 7 e 11 anni e un ragazzo appena maggiorenne, figli e parenti dei pentiti in pectore. Ma la squadra mobile della questura di Caltanissetta e gli uomini del commissariato di Niscemi e di Vittoria li hanno intercettati, pedinati e fermati, nel corso della notte, su ordine del pm Fabio Scavone, della Dda di Catania.
Domani la convalida I magistrati titolari dell’inchiesta che ha sventato il piano di Cosa nostra di uccidere i tre figli di un neo collaboratore di giustizia a Niscemi, i sostituti della Direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica di Catania Fabio Scavone e Francesco Testa, chiederanno domani la convalida dei quattro fermi eseguiti dalla polizia al gip del tribunale di Caltagirone.
Intercettazioni Il provvedimento, si sottolinea in ambienti giudiziari, è stato disposto per associazione mafiosa ma fa seguito a un’intercettazione telefonica in cui si ascolta l’avvio del piano di uccidere i figli di un pentito: i promotori dell’agguato affermavano di essersi già procurate le armi e di avere eseguito sopralluoghi nella casa di campagna dei loro obiettivi.
Le intercettazioni ambientali avevano già evidenziato una "saldatura" dei nuovi uomini dei clan di Niscemi e Vittoria, come avvenuto all’inizio degli anni Novanta, con l’intento di potenziare Cosa nostra anche a Gela- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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