«Volevo cambiare Pato così avrei salvato Ibra La terna perse tempo»

nostro inviato a Milanello

Serrare le fila e concentrarsi sulla Samp. Al Milan hanno deciso di rispondere colpo su colpo, sul campo, come è avvenuto tra derby e Firenze, e dietro le quinte come si intuisce attraverso il silenzio assordante rispettato a chiosa dell’ultima uscita di De Laurentiis (ripetuta l’offerta pubblica per l’acquisto di Inler dell’Udinese, con tanto di cifra proposta: «altra domanda» fa Allegri). Guai a sgarrare, allora. Così anche gli scenari catastrofici prefigurati sul conto di Ibrahimovic («è nervoso e irritato perchè geloso dell’esplosione di Pato, vedrete che lascerà a fine anno») e dello stesso Cassano («non può essere contento di fare la riserva a Milanello, perderà la Nazionale e se ne andrà pure lui») sono stati corretti con un fuoco concentrico ed amico. Ha cominciato Allegri, ha rincarato la dose Mino Raiola, il suo procuratore, sempre pronto a cavalcare, in passato, la tigre del cambio di residenza calcistica. Ha dettato il livornese, che dello svedesone è diventato il garante oltre che il difensore più tenace: «Ibra rimarrà al Milan. La sua stagione, a parte questo mese, è stata esemplare: nei primi 5 mesi ha fatto grandi cose e le farà ancora quando rientrerà, a Firenze voleva sdebitarsi dopo la squalifica. La sua prova, tecnicamente, è stata una delle migliori, alla fine c’è stata l’imprecazione verso se stesso letta male da arbitro e assistente». In privato Allegri ha aggiunto una difesa del proprio comportamento: «Non ho la sfera di cristallo, come facevo a indovinare quel che sarebbe accaduto? Stavo sostituendo Pato perchè con Ibra ammonito e squalificato, volevo adottare una precauzione. Se l’assistente fosse stato più lesto, avrei salvato Ibra dalla espulsione e successiva squalifica» il particolare inedito.
Raiola è andato giù pari, secondo il suo stile. «Ma quale mal di pancia, Ibra resterà rossonero. La questione degli arbitri è diversa: a Firenze quasi lo picchiano e non succede niente, Zlatan fa un intervento banale e lo ammoniscono, litiga con se stesso e lo buttano fuori. Fanno di tutto per farlo giocare poco» lo sfogo dell’agente. Questo non significa che il Milan sia rimasto a guardare. Lo stesso Galliani, sul tema multa, è stato a modo suo evasivo («non vi dirò se gli ho tirato le orecchie, ne parlerò di provvedimenti, sono fatti interni al club») ed esplicito al tempo stesso: non ha confermato in modo solenne ma non ha nemmeno smentito, secondo una tecnica collaudata. Gliele hanno tirato le orecchie e la multà sarà recapitata: solo lo scudetto gliela cancellerà.
Anche Antonio Cassano ha ricevuto lo stesso trattamento. Gli hanno approntato un bel siparietto a milan-channel per festeggiare l’arrivo di Cristhofer («sono stato due notti sveglio, potrei resistere altri due anni!») e ringraziare l’affetto del popolo milanista ma nel frattempo lui ha colto l’occasione per ripetere un pronostico fatto il giorno della presentazione, «voglio chiudere la carriera qui», così per scaldare il cuore della curva amica. A Cassano, il tecnico ha rivolto il seguente pistolotto: «Non ha necessità di trovarsi un’altra squadra, nè perderà la Nazionale, qui è considerato molto importante e la nascita del figlio lo renderà più responsabile». Le cifre hanno dato una mano al livornese. Pensate: il Milan è la squadra della serie A ad aver segnato il maggior numero di gol con calciatori subentrati a partita in corso. Sono addirittura 11 e portano la firma di Robinho (4), Cassano e Pato (2 a testa), Boateng, Inzaghi e Strasser (uno ciascuno).
Guai a prendere sotto gamba la Samp, dunque. Specie dopo il peccato commesso contro Bari e Palermo.

«A questo punto sono le motivazioni a scavare la differenza: la sfida contro la Samp vale più del derby» ha ricordato il tecnico che ha dovuto rinunciare ancora a Nesta (gli è tornata l’infiammazione al ginocchio destro, Yepes il sostituto che gioca da titolare) e accolto tra i convocati Pirlo destinato a rivedersi contro il Palermo in coppa Italia.

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