Milano - «Mi hanno promesso che li prenderanno e io ci credo, ho fiducia nella giustizia. La mia ragazza merita almeno questo, che li catturino. Io sono ancora sconvolto per non essere riuscito a difenderla, per non avercela fatta ad aiutarla, a proteggerla. Una sensazione d’impotenza tremenda quando si vuole bene a qualcuno. Ma quelli erano in troppi, erano scatenati... Basta così, non ne voglio più parlare. Tanto sono sicuro che li prenderanno, li devono prendere... Poi devono punirli come meritano».
I genitori di Giuliano alzano lo sguardo dal loro ragazzo di 30 anni sul letto d’ospedale al San Gerardo di Monza e gli occhi da dolci si fanno severi: Giuliano ha voltato la testa, non ha più voglia di parlare, forse gli sgorga qualche lacrima e gli estranei non sono più graditi. «È già tanto che da un letto di ospedale, una persona che ha subito una simile esperienza, abbia avuto la forza di dire queste poche parole - fa presente subito dopo un poliziotto al telefono -. Quel ragazzo sta solo aspettando che questa brutta storia si risolva al più presto con l’arresto dei responsabili».
Più difficile la situazione di Ilaria, la sua ragazza, ricoverata alla clinica Mangiagalli ma già tornata a casa. La giovane 27enne, appartatasi in auto con Giuliano venerdì sera in una zona periferica dell’ex Stalingrado d’Italia, Sesto San Giovanni (poco distante dall’abitazione di lui), è stata violentata da tre dei quattro aggressori che, apparsi all’improvviso, avevano appena trascinato fuori dalla vettura il suo ragazzo per rompergli il naso. La ragazza ora fatica a mangiare e ricorda a flash quel che le è accaduto. «Il suo racconto, però, è stato molto lucido - sottolineano gli investigatori -. La giovane 27enne è sicura che i suoi aggressori siano romeni, sembra non avere dubbi. Certo, lo choc che ha subito è grande, ma per chi non lo sarebbe nella sua stessa situazione?».
Del resto, in simili situazioni, tutte le vittime sono sempre state molto collaborative come ha tenuto spesso a sottolineare, anche in televisione, il vicequestore aggiunto Alessandra Simone che guida i detective che si occupano di violenze sessuali. «Con noi si aprono, parlano, naturalmente ci vuole pazienza, metodo. Ci sono donne che sono tornate a vivere dopo la cattura dei loro aggressori, che ci hanno ringraziato con le lacrime agli occhi. E per noi e i nostri collaboratori è sempre la soddisfazione maggiore».
Molto più scettici gli abitanti della zona di Sesto San Giovanni dove è successo il fattaccio.
L’area era stata tutta bonificata dagli insediamenti rom l’anno scorso e, dopo anni di battaglie, gli abitanti delle case dell’ex villaggio Falck, certo non immaginavano che degli slavi avrebbero violentato, picchiato e rapinato una coppia da quelle parti. È ovvio quindi che adesso, da queste parti, regni la paura. E la gente parli già di ronde e di farsi giustizia da sé.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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