Paolo Stefanato
da Milano
Nel mese di aprile - complici la Pasqua e i ponti - un milione di italiani ha utilizzato (o sta utilizzando) voli low cost, per una spesa complessiva di 100 milioni di euro. Destinazioni preferite: le capitali europee e il Sud Italia. La stima è dellOsservatorio istituito dal sito Volagratis.it, secondo il quale nel 2005 hanno volato low cost 10 milioni di italiani, l11% del totale dei voli in termini di passeggeri, il 6% in termini di ricavi.
Il prezzo medio è stato della metà rispetto a quello offerto dai vettori tradizionali, con un risparmio complessivo valutabile 500 milioni.
Dallinizio degli anni Novanta, quando cominciò la grande trasformazione dei cieli europei, il fenomeno delle compagnie a basso prezzo non ha smesso di stupire e di evolversi. Le compagnie europee, spesso piccole, sono un centinaio; quelle italiane quattro (Blu express, My Air, Volareweb, WindJet), più due compagnie a sistema tariffario misto, Meridiana e Alpi Eagles. Ryanair - che in Italia è la seconda compagnia per dimensioni di traffico dopo Alitalia - continua a crescere a tassi del 30% (ha superato British per numero di passeggeri e per capitalizzazione di Borsa), a macinare utili, a estendere il network; ma il risultato è sempre lo stesso: ha i prezzi più bassi. Il suo segreto è la maniacale razionalizzazione dellattività; la recente introduzione di una tariffa per il bagaglio al seguito ha, tra le varie finalità, quella di poter organizzare in anticipo gli spazi occupati nelle stive e di poter prevedere limpegno per «lavorarli». È forse lunica compagnia che monta sedili non reclinabili (il relativo meccanismo è un costo, sia in termini dacquisto che di manutenzione) e che ha eliminato le tasche dietro lo schienale (la loro pulizia era un costo); il cartoncino con le regole di sicurezza è diventato un autoadesivo che sta di fronte al passeggero.
Cè stata, sul mercato, anche unevoluzione della clientela: secondo lOsservatorio Volagratis il 53% ha tra i 31 e i 50 anni, il 54% è donna, il 60% risiede al Nord (23% centro e 17% sud e isole), il 56% è diplomato, il 31% è laureato, gli impiegati sono il 39%, i professionisti il 20%, manager e studenti l8% per ciascuna categoria; il 70% dei clienti acquista i biglietti per vacanza. «Pur trattandosi di unutenza piuttosto segmentata (le compagnie low cost sono utilizzate anche da lavoratori dellEst che possono raggiungere più spesso le proprie famiglie) si tratta comunque di un livello culturale elevato - sottolinea Fabio Cannavale, presidente della società Viaggiare, cui fa capo Volagratis - che manifesta in maniera sempre più accentuata una nuova tendenza: quella di prenotare, assieme a un volo a basso costo, alberghi di lusso o di charme, compensando la spesa soggiorno con il risparmio sul volo». Il dato, tratto dallabbinamento delle prenotazioni tra i siti degli alberghi e quelli dei voli, conferma che il viaggio - o meglio, il servizio di trasporto - viene sempre più percepito come «commodity» (e cioè per il suo semplice valore duso, del tutto fungibile a parità di prestazioni), mentre lalbergo (o il ristorante) viene inteso come un acquisto a valore aggiunto. Questa innovativa combinazione di risparmio e di lusso dimostra anche come viaggiare «low cost» possa essere un atteggiamento perfettamente in linea con le tendenze più alla moda.
Mentre gli aeroporti minori in tutta Europa (e le relative città) hanno tratto nuova espansione dalle compagnie low cost (che programmano le future destinazioni mettendo allasta i contributi offerti dai singoli scali), nel mondo del trasporto aereo non sono solo le compagnie di linea tradizionali a guardare con sempre più preoccupazione alla concorrenza delle compagnie a basso prezzo: cominciano a temerle anche i vettori charter, finora «protetti» dal pacchetto di viaggio offerto dai tour operator.
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