Cultura e Spettacoli

In volo sulla laguna, cent'anni fa Cagno "uccise il chiaro di luna a Venezia"

Il 19 febbraio del 1911 la società proprietaria dell'hotel Excelsior organizzò un evento per quei tempi storici: il primo volo sulla città. A bordo di un biplano, il piemontese Cagno decollò dalla spiaggia del Lido, volteggiò sulla cresta dell'acqua. In omaggio a Marinetti e ai suoi miti delle macchine e della velocità

Appena un anno prima Filippo Tommaso Marinetti aveva lanciato la sua parola d'ordine «Uccidiamo il chiaro di luna a Venezia» per «preparare la nascita di una Venezia industriale e militare». Appello raccolto il 19 febbraio del 1911, dal piemontese Umberto Cagno, che fece sentire per la prima volta ai veneziani il ronzio di un aereo sopra le loro teste. Fu un breve volo sopra la laguna, bissato i successivi 2 e 6 marzo quando l'intrepido aviatore sorvolò per due volte il centro storico.
Giusto cento anni fa dunque Venezia faceva il suo ingresso in quella modernità fatta di macchine e motori invocata dal poeta che nel 1909 aveva proclamato la fine degli orpelli decadentisti e liberty, dettando il Manifesto del Futurismo: «Chiudere i ponti col passato, distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie» e cantare «le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa; glorificare la guerra, sola igiene del mondo, il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore del libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna». Nel 1910 Marinetti fu protagonista del lancio di manifesti dal campanile per chiedere di «colmare i piccoli canali puzzolenti con le macerie dei vecchi palazzi crollanti e lebbrosi». E uccidere il chiaro di luna.
E l'anno dopo ecco arrivare Umberto Cagno, pioniere dell'automobilismo prima e dell'aviazione poi. Nato il 2 maggio 1883 a Torino, entrò adolescente nelle prime officine che assemblavano motori a scoppio, diventando ben presto un provetto pilota, portando al successo in innumerevoli competizione le prime vetture uscite dagli stabilimenti della neonata Fiat. Dalle auto agli aerei il passo fu breve e nell'inverno 1910/1911 lo troviamo al Lido per organizzare la grande sfida. Sponsor, come diremo oggi, dell'evento la Compagnia italiana grandi alberghi, proprietaria dell'Excensior che volle organizzare un'impresa di cui parlasse il mondo per lanciare il suo prestigioso hotel di lusso e la spiaggia del Lido.
Per l'impresa venne scelto il biplano francese Farman II, fatto arrivare a pezzi, via terra e via mare, e rimontato proprio sulla terrazza del grande albergo. Il velivolo una volta montato venne fatto scivolare con delle guide di legno fino al bagnasciuta da dove iniziò l'avventura di Cagno. Il velivolo volteggio a lungo sopra la laguna per rientrare poi alla base. Il 2 marzo l'impresa fu ripetuta sorvolando questa volta il centro storico. E bissata ancora il 6 marzo per chiudere degnamente il Carnevale. Fu un trionfo, venne persino organizzata una lotteria mettendo in palio il posto accanto a Cagno sul quel magico Farman II. Per la cronaca venne estratto il biglietto comprato da un anziano pensionato di una casa di riposo, che forse neppure aveva ben capito quale fosse il premio. E che prontamente lo cedette a un noto avvocato veneziano.
Pochi mesi dopo, per l'esattezza il 19 settembre 1911, la stessa spiaggia fu lo straordinario palcoscenico di un ulteriore record: il veneziano Achille Dal Mistro fu il primo a trasportare in Italia, il secondo in Europa, un carico postale con il suo aereo. Cominciò così sulla battigia dell'Excelsior l'avventura aeronautica di Venezia e del suo Lido che negli anni Trenta divenne addirittura il secondo scalo aereo d'Italia.

Con i dovuti omaggi a Marinetti e ai suoi propositi omicidi nei confronti del «chiaro di luna».

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