Lui ci aveva sempre creduto, era impermeabile ai tanti discorsi: ce la fa non ce la fa, vince non vince, è un nuovo De Chiesa e avanti con mille parole in libertà. Lui, nel dopo gara, nel dopo podio, rispondeva sempre con la stessa espressione, quasi anche con le stesse parole, sono contento, ci riproverò la prossima volta, ce la posso fare, non mollo.
Era dalla scorsa estate che Manfred ci pensava, la sfida era lanciata fra lui e Peter Fill, stessa classe 1982, stessa splendida stagione in archivio, una medaglia mondiale e tanti podi per Manfred, podi e un sesto posto finale in coppa per Peter. A entrambi mancava solo una cosa, quella cosa, la vittoria, traguardo supremo soprattutto per chi sa di potercela fare e tante volte si è trovato lì lì, pronto per farlo.
Poi è iniziata la nuova stagione, bene, molto bene per Manfred, male, molto male per Peter e le strade si sono divise, gli obiettivi sono cambiati. A puntare alla vittoria era così rimasto lui, il biondino educato e gentile di San Vigilio, 26 anni da compiere a giugno, sei podi negli ultimi quattro mesi fra slalom e gigante, qualche puntata anche nella velocità con la perla del 17° posto nel superG preolimpico di Whistler, due settimane fa.
Ieri, slalom sulla neve marcia sulla pista Podkoren di Kranjska Gora che sempre tanto bene ha portato agli atleti italiani, Manfred è stato perfetto o quasi, impeccabile nella prima manche affrontata con il numero 3, miglior tempo inattaccabile per tutti, seconda manche corsa all’attacco come se ci fossero venti posti da recuperare, un piccolo brivido sul muro finale, un recupero fulmineo, puro stile Moelgg, e via, giù ancora senza paura, solo con una gran voglia di arrivare in fondo e vedere quel magico numero 1 sul tabellone. E non solo. «Stare al centro del podio e alzare tutte e due le braccia dà davvero una bella sensazione, so che qualcuno cominciava a perdere la speranza che potessi farcela, ma io invece ho sempre saputo che in me avevo le capacità per vincere e quasi me lo sentivo che sarebbe successo qui. Anche Claudio Ravetto (dt degli azzurri, ndr) da tempo mi diceva che Kranjska sarebbe stata la gara da vincere, per arrivare carico alle finali e ora... Più carico di così!».
Già, difficile. Manfred con i 100 punti conquistati ieri vincendo davanti a Ivica Kostelic e alla stella del futuro Marcel Hirscher, affronta l’ultima settimana di coppa a Bormio con tre obiettivi ben chiari: può infatti vincere le coppette di slalom e gigante e mantenere il quarto posto nella classifica generale, risultato che un italiano non raggiunge dal lontano 2000, quando fu Kristian Ghedina a finire alle spalle di Maier, Aamodt e Pepi Strobl. Davanti a Moelgg ora ci sono, e ci resteranno, Miller (ieri non partito per il mal di schiena), Cuche e Raich (ieri fuori dopo poche porte), appena dietro incalzano Ligety, Kostelic e Grange, la lotta sarà dura perché Ligety e Grange saranno anche gli uomini da battere per puntare alle coppe di specialità.
«Resto concentrato al massimo, darò tutto fino all’ultima porta dell’ultima gara, ci sarà da divertirsi, ma intanto voglio dedicare questa vittoria alla mia famiglia, che mi è stata davvero vicina nei momenti difficili. Penso anche a mia sorella Manuela, sono sicuro che prima o poi anche lei riuscirà a vincere, magari poteva succedere già a Zwiesel nello scorso fine settimana, ma Emma (l’uragano, non una nuova avversaria...
) l’ha fregata». Il legame fra i due fratelli Moelgg è qualcosa di già visto nel mondo dello sci, una coppia su tutte, quella dei fratelli Kostelic, che a vicenda si sono sempre motivati e spinti a risultati eccezionali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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