Volevano mezzo milione di euro come risarcimento danni per un servizio del Tg1 sul processo Imi-Sir ritenuto diffamatorio. Non solo i pm Ilda Boccassini e Gherardo Colombo non avranno un centesimo ma dovranno pagare, loro, 30mila euro per le spese processuali. Si conclude così, alla prima sezione civile del tribunale di Brescia, la causa intentata dai due magistrati milanesi contro lex direttore del Tg1, Clemente Mimun, e il giornalista Maurizio Martinelli, autore del «pezzo» incriminato andato in onda al telegiornale delle 20 del 24 febbraio 2005. Stando allatto di citazione della coppia in toga, Martinelli avrebbe confezionato un servizio di parte al termine di unudienza del noto processo dove la Boccassini e Colombo sostenevano laccusa. Più in particolare il Tg1, attraverso il suo inviato a Milano, a detta dei due pm «non si sarebbe limitato a riprodurre brani dellarringa della difesa o a riassumerli alla stregua di mere tesi difensive di parte da assumere come tali» ma avrebbe riportato «come narrazione di fatti oggettivi e certi» un episodio su cui molto si è discusso in tribunale. Episodio di cui discusse anche quel giorno in aula - e testualmente riportato nel servizio - lavvocato Alessandro Sammarco, difensore di Cesare Previti: «Il mio assistito - disse lavvocato nel corso del dibattimento - è stato giudicato per episodi che non si è mai visto contestare, rispetto ai quali dunque non ha mai potuto difendersi (...) Ci sono vari episodi processualmente molto gravi che sono stati tenuti alloscuro della difesa e dellimputato». Fra gli episodi meritevoli di denuncia secondo Sammarco quello di un certo documento che il legale disse esser stato manomesso dopo che la procura di Milano lo aveva ricevuto dallautorità giudiziaria elvetica.
A Martinelli le due toghe imputavano varie cose. Intanto daver riportato le dichiarazioni rese dalla difesa del Previti senza controllare la loro corrispondenza a verità in quanto «il documento non era stato assolutamente manomesso». Sul punto il tribunale è stato di diverso avviso: «La doglianza (della Boccasini e di Colombo, ndr) appare inidonea a fondare la responsabilità dei convenuti in quanto nellambito della cronaca giudiziaria il giornalista non è tenuto a verificare la veridicità delle dichiarazioni rese nel processo». Il cronista, osserva il giudice bresciano, non può sostituirsi al giudice di secondo grado. Deve limitarsi a fare il cronista, punto e basta. E Martinelli questo ha fatto: «Si è limitato a riportare le dichiarazioni rese dallavvocato Sammarco ed ha informato gli ascoltatori che lavvocato era il difensore dellimputato e che stava parlando durante il processo di secondo grado a carico del Previti». La seconda doglianza di Boccassini e Colombo riguardava il «linguaggio» usato dal giornalista che avrebbe potuto indurre lascoltatore, vista lassenza delluso del condizionale, a ritenere che i fatti descritti fossero veri ed assodati e non invece riferiti da una parte processuale. Dalla visione della cassetta audio con il reportage giudiziario del Tg1, precisa invece il giudice, simile condotta non traspariva. Dal lancio del servizio in studio, alla messa in onda del servizio stesso, a più riprese veniva specificato bene che si trattava di considerazioni della difesa dellonorevole Cesare Previti. «Lo spettatore che avesse visto le prime tre parti del pezzo incriminato (...) - si legge in sentenza - avrebbe compreso che la difesa del Previti accusava la procura di Milano di avere commesso qualcosa di illecito nel corso del processo (...). Allevidenza, pertanto, il giornalista non riferiva di sue considerazioni ma riportava quelle svolte dalla difesa del Previti nel processo e il telespettatore era stato posto nella condizione di comprendere che le affermazioni, che avevano accompagnato il servizio, provenivano dallavvocato Sammarco e non già dal telecronista. Non può essere conseguentemente rimproverato al Martinelli di non aver fedelmente riportato quanto sostenuto da una delle parti processuali allinterno di un processo dellinteresse pubblico di quello in esame».
Per una volta paga una toga La Boccassini perde col Tg1
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