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La prima volta del Treviso sempre lontano da Treviso

Stadio inagibile, i veneti giocheranno a Padova. Pinga l’unica stella

Dimitri Canello

da Treviso

La prima volta è sempre da ricordare. Solo che gli imprevisti non mancano e talvolta non tutto va come nelle attese. A Treviso, questo agosto storico, se lo ricorderanno a lungo. Hanno vinto alla lotteria la serie A grazie al ripescaggio per i guai di Genoa, Torino e Perugia, ossia tre delle prime quattro squadre dello scorso campionato di serie B, il che è tutto dire. Per la prima volta dal 1909, anno di fondazione della società della Marca, bussano alle porte dell'Olimpo. Il presidente Ettore Setten si è presentato alla resa dei conti con Lega e Federazione con i bilanci in perfetto ordine. Solo uno squilibrio della situazione patrimoniale (ballava una cifra di 136.000 euro) ha fatto temere i tifosi, ma erano bazzecole, a confronto dei 40 milioni di euro di debito del Torino e dei 35 del Perugia e mettersi in regola è stato un gioco da ragazzi.
Per questo adesso il Treviso studia al tavolo dei grandi e prepara già il debutto alla Scala del calcio, in programma a San Siro contro l'Inter: «Sapevamo che avremmo dovuto affrontare una delle tre grandi e ci è toccata l'Inter – spiega Setten –, siamo sereni e non vediamo l'ora di cominciare. Ci sono tantissimi problemi da risolvere, primo fra tutti completare il mercato in dieci giorni. Ci servono almeno quattro giocatori: dopo Antonio, aspetto la firma anche di Emanuele Filippini e Fava. Poi arriverà un difensore (Viali ndr) e dovremmo essere a posto». Ma il problema–stadio è una bomba a orologeria destinata a deflagare. Il prosindaco Giancarlo Gentilini lancia proclami bellicosi: «La Lega dovrà darci l'agibilità per il Tenni, altrimenti marceremo su Roma per mettere a tacere i soloni che siedono sui loro scranni dorati».
La realtà è ben diversa: «Purtroppo le notizie non sono buone – prosegue Setten – e non potremo giocare a Treviso. La Lega ha negato l'agibilità del Tenni e non è possibile nemmeno porre rimedio a questa situazione. L'amministrazione comunale ha deciso di non paralizzare la città e di non bloccare i cittadini nelle loro case per via delle nuove norme legate alla sicurezza negli stadi e, quindi, non ci resta che puntare su Padova. Temo che purtroppo ci toccherà giocare tutto l'anno all'Euganeo». Il tecnico Ezio Rossi è preoccupato: «L'inizio di stagione è terribile. Debutteremo a San Siro contro l'Inter, il peggio o quasi che ci potesse capitare. Poi affronteremo il Livorno in casa, anzi, a Padova, Lazio in trasferta, per poi ospitare all'Euganeo Sampdoria e Milan. Bisogna riuscire a fare qualche punto, altrimenti rischiamo di deprimerci».
Ieri è arrivato il suo pupillo Andrè Pinga, uno che parla pochissimo fuori dal campo e che ama lasciare il segno (ricordate Milan-Torino a San Siro?): «La scelta di giocare a Treviso non è dipesa soltanto da motivi economici – ammette - bensì dal legame con Ezio Rossi e dalla tranquillità della piazza. A Torino sono stato bene, ma dopo un anno come quello appena trascorso, avevo bisogno di un po' di pace». Se tutti i tasselli andranno al loro posto, il Treviso anti-Inter sarà il seguente: Handanovic in porta, Galeoto, Cottafava, Viali e Dossena in difesa, il trio Antonio Filippini-Gallo-Emanuele Filippini a centrocampo, Pinga e Reginaldo in appoggio a Fava. Nei piani societari questa squadra avrebbe concrete possibilità di portarsi a casa la salvezza.

E Gentilini rilancia: «Espugnate San Siro!».

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