Volti noti e tanti amici per l’ultimo saluto a Mosca

Un saluto, l’ultimo, semplice e commosso. Diretto e spontaneo come i tanti milanesi che, in un giorno di sole, ieri mattina sono sciamati verso la centralissima chiesa di San Gioachimo - tra la zona di piazza della Repubblica e quella adiacente a via Melchiorre Gioia - per ricordare e regalare un pensiero a Maurizio Mosca, «l’amico della televisione» che dava loro momenti di serenità e simpatia parlando di vita e pallone. Tanti - alcune centinaia - da rendere piccoli, troppo piccoli, il sagrato e la cattedrale ottocentesca. Molti i cittadini confusi tra giornalisti della carta stampata e della tv e diverse figure del mondo dello sport che Mosca tanto ha amato e di cui si è divertito a raccontare le imprese.
«Maurizio - ha sussurrato nell’omelia don Gabriele, padre salesiano pavese, amico del giornalista scomparso - era un uomo semplice sempre attento agli altri: non aveva la puzza sotto il naso e non ti guardava dall’alto in basso perché lui era il personaggio televisivo. Ogni volta che m’incontrava a Controcampo con i ragazzi dei salesiani - ha aggiunto - per la mia magrezza mi chiamava casciavit. Inoltre Maurizio non ha mai fatto pesare in alcun modo la sua malattia. Diceva solo che ogni tanto andava a fare il tagliando all’ospedale e niente di più».
Sotto le volte di San Gioachimo per la messa celebrata dal parroco don Paolo Cetra e concelebrata anche da don Antonio Mazzi, diversi i volti noti del giornalismo. Sia della carta stampata, soprattutto della Gazzetta dello Sport - capeggiati dal direttore Andrea Monti - che delle tv, locali e nazionali. Tra i tanti volti noti del piccolo schermo presenti anche Massimo De Luca, Alberto Brandi, Bruno Longhi, Maurizio Pistocchi e Giacomo Valenti.
Tra gli ex calciatori nerazzurri Alessandro Altobelli, Evaristo Beccalossi e Riccardo Ferri insieme all’ex juventino Domenico Marocchino.
A rendere omaggio al giornalista - che riposerà nel cimitero di Bruzzano - anche l’amministratore delegato e vicepresidente del Milan, Adriano Galliani, accompagnato dal dirigente Ariedo Braida e l’ex allenatore rossonero e della Nazionale, Arrigo Sacchi. «È morto un amico di tutti - ha ricordato il tecnico di Fusignano -. Un uomo buono e generoso che, con grande dignità, ha sofferto in silenzio per questa amara sentenza».


Commosso il ricordo di due simboli della grande Inter di Herrera, come Sandro Mazzola e Luisito Suarez. «Era un amico - ha detto Suarez - e mi dispiace che andando via tutti pongano l’accento sull’uomo simpatico, mentre era anche un uomo molto intelligente e sensibile».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica