Ma guarda un po, cè anche un lato mistico nella truppa Idv per le Europee. Il candidato santone, il dipietrista in versione Mahatma Gandhi, che sulla carta di identità ha scritto «ricercatore spirituale», si chiama Luigi Ferrante e si presenta così nel video che Di Pietro gli ha concesso sul sito Idv (privilegio riservato solo ai candidati importanti): «Sono Luigi Ferrante. Sono produttore documentarista, scrittore e ricercatore spirituale. Da anni mi occupo delle varie realtà che ci sono nel mondo, miseria e povertà, dove cè effettivamente bisogno di aiuto. Oggi mi rendo conto che cè questo bisogno nel nostro Paese, nella nostra amata Italia. Credo che sia arrivato il momento di dare un grande contributo al nostro Paese». Per chi non lo avesse capito, il grande contributo al nostro Paese sarebbe la sua presenza alleuroparlamento. Sua e del movimento spirituale-politico-religioso da lui inventato nel 2007, «Il Loto», con un programma che sembra quello di un centro di riflessologia plantare: «Integrare i valori umani di pace, amore, rettitudine, verità e non violenza nella vita politica, economica, amministrativa e sociale al fine di un pacifico e solidale progresso della società e dellarmoniosa crescita dellindividuo». Ma perché ha fondato il 115° partito in Italia? gli chiese ingenuamente il settimanale Chi? Semplice: «Perché è giunto il momento di realizzare un mondo basato sullamore», rispose il guru.
A voler essere pignoli nemmeno lui però è una faccia nuova, per quanto lo ricordino poche centinaia di persone. Nel 2008 era tra i candidati premier kamikaze, quelli delle liste sconosciute, col suo Loto. Risultato poco incoraggiante, almeno per chi non crede nella migrazione delle anime: 0,004 %, circa 1.800 voti. Sul sito del Loto Ferrante ha appena pubblicato la sua lettera aperta agli amici abruzzesi, cui ha fatto sapere che non devono «esitare a contattarci e a renderci partecipi di ogni necessità o anche solo per condividere i Vostri sentimenti e le Vostre emozioni». A Onna e LAquila non aspettavano altro.
Si presenta come il seguace italiano di Sai Baba, il santone indiano che guarisce gli infermi. Peccato che abbiano scritto dallIndia per smentirlo: «Ho avuto modo di sentire che in Italia qualcuno ha fondato un nuovo partito politico dichiarando pubblicamente di avere l'appoggio di Swami (Sai Baba, ndr) - ha scritto il presidente mondiale del movimento che appoggia il santone indiano - e che i devoti Sai dovrebbero appoggiarlo con i loro voti e il loro denaro. Si rende quindi necessaria una chiarificazione: Swami non ha mai dato e non darà mai alcun appoggio pubblico a nessun candidato né ad alcun partito politico». Nemmeno in India. Figurati in Italia. Figurati a Strasburgo.
Il dipietrista dal volto mistico, Ferrante, nato a Gravina di Puglia 43 anni fa, dopo peregrinazioni varie tra Thailandia, Indonesia, Australia, incontra la miseria e poi incontra Di Pietro. Ne ricava unidea mistica delluniverso: «Voglio riportare alla luce valori umani come verità, non violenza e amore e metterli alla guida della società». Una delle sue battaglie gandhiane è per il Tibet, cosa che gli procurerà qualche problema se dovesse finire a Strasburgo con laltro neo-dipietrista Gianni Vattimo, noto oppositore dei monaci tibetani. In un intervento su internet (titolo: Il Loto, un partito che puzza?) unex aderente racconta la sua esperienza, poco mistica, col leader santone Ferrante.
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