Povere orecchie. Il cd a volume sparato, per farlo suonare forte sul portatilone o in auto, sta diventando una triste regola spaccatimpani. La loudness war, in italiano traducibile in (e non del loudness inteso in Italia come esaltazione degli estremi banda), si riferisce all'odiosa tendenza dell’industria musicale a registrare, produrre e diffondere musica con livelli di volume sempre più alti, per creare un suono che superi in intensità sonora i concorrenti e le registrazioni dell’anno precedente. Il problema è che nei cd il volume complessivo può essere aumentato solo riducendo il range dinamico e i picchi di volume. In pratica si ha una piatta sarabanda dall’inizio alla fine che ti spinge ad abbassare senza sentir più nulla. L’uso estremo di questa compressione introduce distorsioni e clipping (saturazioni) nella forma d’onda della registrazione. Una iattura per chi la musica pretende di ascoltarla al meglio. E cioè con bassi puliti e profondi e alti che non ti trapanino il cervello. I negozi sono putroppo pieni di questi cd, che mortificano il valore artistico. Prendete l’ultimo Death Magnetic dei Metallica, un gran bel lavoro, duro sì ma emozionante dall’inizio alla fine. Ebbene, suona orribilmente; qualunque orecchio, anche il meno allenato, può accorgersi dela distorsione. Il basso, poi, ha la potenza di una pernacchia e la batteria sfarfalla. E questo nonostante Ted Jensen, guru degli Sterling Sound studios (il massimo assieme ad Abbey Road) e dei suoi inarrivabili monitors di controllo. Un tragedia audiofila che ha spinto molti fan a un acceso dibattito sul web. L’intento è quello di chiedere che il disco venga reinciso o almeno rimasterizzato per la primavera. Ma ci sono anche il poco ispirato McCartney di Memory Almost Full, i Red Hot Chili Peppers di Californication e Stadium Arcadium a farci diventare sordi e nervosi. E poi il vendutissimo Supernatural di Santana e lo Sting di Brand New Day. Fanno danni anche le vecchie glorie. Gli Abba stanno, ad esempio, stravolgendo progressivamente il loro suono dolce e corposo, uno stimabile marchio di fabbrica ormai in svendita per le nuove generazioni affamate di frizzanti rumori. Le ultime ristampe, e siamo alla quarta, (c’è un bel cofanetto natalizio che raccoglie tutti i loro album) sono sparate sugli alti. Stesso problema per i Jethro Tull e Alan Parsons (e questo è un sacrilegio). Per l'ex ingegnere del suono dei Pink Floyd Parsons sei decibeil in più di livello sonoro in media a disco e addio dolci armonie. L’altro lato della luna è un manipolo di dischi da tenere nello scaffale per deliziare le nostre stanche orecchie audiofile.
Pocket Symphony, e tutto il resto della decennale produzione degli Air, è la migliore dimostrazione di quanto può suonare bene un cd se l’ingegnere del suono ci si mette d’impegno. Chiudete gli occhi e i due francesi saranno davanti a voi con le loro magiche atmosfere un po' retrò. Alla faccia dei nuovi barbari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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