«Vorrei diventare Bonipertinho»

C’è un nome suggestivo nella rosa dell’Ascoli, rinforzo degli ultimi giorni di mercato. Filippo Boniperti, 20 anni, nipote del mito Giampiero, 83enne, una vita nella Juve, capitano e presidente. Oggi con il Vicenza allo stadio Del Duca potrebbero esserci papà Giampaolo, mamma Stefania e la sorella Olimpia.
Filippo, come si sente al debutto da professionista, di fatto?
«Non vedo l’ora di confrontarmi con il campionato di B, spero di giocare il prima possibile. L’impatto con la squadra e il mister Castori è stato molto positivo».
Ha speranze di diventare titolare?
«Non mi creo mai aspettative, per carattere ho i piedi ben saldi a terra».
Cosa l’accomuna a nonno Giampiero?
«Il comportamento. Mi faccio benvolere, in tanti lo stimavano. Sul piano calcistico è difficile il raffronto, è passato mezzo secolo, le differenze sono abissali».
Quali caratteristiche ha?
«Sono un esterno offensivo, preferibilmente a sinistra. Gioco anche da punta, la mia forza sono il dribbling e la velocità».
Quel cognome condiziona?
«Ormai ci ho fatto l’abitudine, non gli dò peso, di conseguenza anche chi mi sta intorno ha sgonfiato l’interesse. In passato forse mi pesava, i giornalisti avevano attenzioni particolari. Mi sono sempre sentito molto normale».
Il nonno era presente alle sue gare?
«Non viene mai alle mie partite, si emoziona troppo. Ci fu una sola volta, una decina d’anni fa, però mi chiama sempre dopo le gare, per sapere come è andata. Gli dicono che sto facendo bene, è fiducioso, spera che possa rivivere i suoi successi, mi incoraggia costantemente a procedere».
Giampiero Boniperti soffriva tanto la tensione, da presidente lasciava la tribuna nell’intervallo. Lei è più freddo?
«Decisamente, l’ansia non fa parte di me. Non l’ho avvertita neanche quando debuttai con la Juve, sono sempre molto tranquillo».
Il ricordo più bello, con la Juve?
«Entrambi i debutti, Europa League e serie A. Quando mi telefonarono per farmi raggiungere la squadra in ritiro, a fine giugno 2009, ero in vacanza: il giorno prima avevo ottenuto il diploma al liceo linguistico».
A quali campioni è più affezionato?
«Ero molto legato a Martinez, mangiavamo e uscivamo spesso insieme; a Marchisio, più vicino a me per età. Bellissimo il rapporto con Del Piero, lo conosco da quando ero piccolo, una persona eccezionale. I più esperti sono sempre stati disponibili con i giovani».
Chi è il suo idolo assoluto?
«Da piccolo ero pazzo per Ronaldinho, sul piano umano ammiro moltissimo Del Piero».


Non si chiamasse Boniperti, onestamente le sarebbe arrivata questa chance in B, come la crescita nel settore giovanile della Juve?
«Se ho iniziato là, forse lo devo al mio cognome. Magari avrei cominciato altrove, però credo che ora sarei esattamente a questo livello».

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