RomaDalla «generazione Balotelli» alla «generazione Lukaku» il passo è breve. Il deputato Pdl di area finiana, Fabio Granata, ieri ha lanciato una nuova iniziativa sul sito web di Generazione Italia, laggregatore di classe dirigente sponsorizzato dal presidente della Camera. Lidea «a sorpresa» è quella di concedere il voto ai sedicenni.
Se per il progetto di concedere in tempi rapidi la cittadinanza ai figli di immigrati lala vicina allex leader di An scelse il talento interista, per questa nuova sortita si potrebbe pensare al giovanissimo bomber belga (che tra laltro è di colore). «Per dare sostanza politica alla volontà di Generazione Italia di favorire una nuova fase di partecipazione giovanile alla vita pubblica, servono idee nuove e audaci», ha dichiarato Granata, sottolineando che «il tema del voto ai sedicenni sembra poter diventare una proposta molto forte da parte del Pdl per favorire concretamente e non solo a parole processi di impegno e partecipazione dei giovani».
In astratto, la proposta di Granata non è peregrina: i sedicenni hanno diritto di voto in Austria, in Brasile e a Cuba. E nel nostro Paese possono già votare se sono di sinistra, partecipando alle primarie per il segretario Pd (capita almeno una volta ogni due anni). In concreto, si cerca di «riaggregare gli italiani» su temi alternativi rispetto al «semipresidenzialismo alla francese» o alle «questioni esclusivamente economiche o fiscali». Per questo motivo, conclude il parlamentare siciliano, il progetto «potrebbe essere caratterizzato da una grande chiamata alle armi dellimpegno politico delle giovani generazioni».
Se gli intenti sono certamente nobili, in controluce emerge il tentativo di «riempire» un contenitore come la nuova associazione politica lanciata dai finiani che, dopo il brillante successo di Berlusconi e Bossi alle Regionali, rischia di rimanere vuoto. Non a caso lo stesso Granata ha citato il «fenomeno Lega» come «partito che riesce a mobilitare militanza e speranze attraverso battaglie nette e immediatamente comprensibili da tutti».
Ed è sicuramente lhorror vacui che ha spostato il baricentro dellelaborazione politica di Italo Bocchino, animatore di Generazione Italia e vicecapogruppo Pdl alla Camera, dalla teorizzazione di nuove formule per oltrepassare il berlusconismo allindividuazione di uno spazio preciso per il presidente della Camera. Sulle riforme «un ruolo da pivot spetta a Fini», ha dichiarato ad Affaritaliani.it. Linquilino numero uno di Montecitorio, ha aggiunto Bocchino, «può garantire da un lato la coesione della maggioranza e il dialogo tra la stessa e lopposizione e dallaltro un attento ascolto delle valutazioni del Colle».
Insomma, Granata e Bocchino stanno solo cercando un nuovo calibro, una misura diversa non solo candidandosi a protagonisti del dialogo con lUdc, ma pure rivendicando quellanima riformista che la Lega si è, a buon diritto, intestata.
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