Quando la situazione si fa difficile ecco arrivare puntuale il ricatto: attenzione - dice Monti - che possiamo ancora fare la fine della Grecia, e allora sì che scatteranno suicidi di massa. Una strategia di comunicazione terroristica per tappare la bocca a chi, dentro e fuori il Parlamento, vuole arginare l'ondata di tasse e rincari che ci stanno piovendo addosso. Di più. Ieri è arrivato anche l'ultimatum ai partiti cialtroni: occupatevi - dice ancora il premier - dei fatti vostri, cioè di ridimensionare il finanziamento alla politica e varare una legge elettorale, che al resto ci penso io.
Pagare, obbedire, tacere. Queste sono le parole d'ordine del governo non politico che col passare dei giorni ha in Grillo, cioè nell'antipolitica, il miglior alleato. I banchieri e un comico hanno gioco facile su una opinione pubblica frastornata dal bollettino delle Procure che, forse non a caso, fornisce ogni giorno materiale buono a distrarre dalle tasse e alimentare il giusto sdegno: diamanti, lingotti, vacanze gratis, improbabili dossier fatti in casa, nuovi avvisi di garanzia a Berlusconi, tutto è buono per fare divertire il pubblico pagante.
I partiti sono colpiti e arroccati. Il Pdl tenta di mettere fuori la testa con Alfano («basta tasse») e Cicchitto («Passera o è in malafede o furbo»). Ma a colpire è la decisione di Berlusconi di annullare l'incontro con Monti previsto per oggi. Non ci sono le condizioni per discutere serenamente, per le questioni di cui sopra e per la decisione del governo di andare diritto sull'asta delle frequenze tv a pagamento, cosa ovviamente non gradita a Mediaset. Monti ha deciso di mettere la fiducia sulla legge che contiene il provvedimento, come dire, prendere o lasciare. La sfida è chiara: caro Berlusconi, se vuoi farmi cadere fallo sulle tue tv che poi lo vai a spiegare al mondo e agli elettori. Affari di Mediaset, si potrebbe dire, se non fosse che nella stessa legge sono contenuti i provvedimenti fiscali che invece sono affari nostri. In sintesi.
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