RomaUn video di troppo anima il dibattito politico in Abruzzo. E mentre il presidente vicario della Regione, Enrico Paolini, si dice pronto a posticipare di due settimane lapertura dei seggi (al voto il 14 e il 15 dicembre), Gianni Chiodi finisce nellocchio del ciclone. Sul candidato del Pdl pende laccusa di voto di scambio. «Ma quando mai...», replica il diretto interessato al Giornale. Tutta colpa di uno spot, dal titolo Tutti gli uomini del presidente, circolato per alcune ore, ma ormai archiviato pure su YouTube, in cui Chiodi lancia un «censimento della formazione e dellimprenditorialità», invitando i ragazzi a presentarsi a bancarelle ad hoc, a cui fornire i propri dati personali (titoli di studio, ambito di lavoro desiderato, curriculum e così via). Il caso monta in poco tempo. Ma dallo staff dellesponente del Pdl, chiariscono subito: «È stato solo un errore materiale». Cioè, «abbiamo sbagliato dvd». «Quello spot - aggiungono - era già stato giudicato non opportuno e a rischio di strumentalizzazioni». Più che rischio, una realtà, secondo lo stesso Chiodi, che premette: «Il posto fisso non è più unopportunità e questo i giovani lhanno capito». Per questo, «abbiamo fatto la proposta di imprenditorializzazione, per applicare la sussidiarietà nel campo della formazione e del lavoro». «La strumentalizzazione dello spot, immesso per sbaglio sul mio sito Internet per un paio dore - aggiunge - è solo un tentativo maldestro di svuotare la portata del progetto». Chiodi, quindi, riferisce di non aver mai dato lok. «Se ci fosse stato - sottolinea - non sarebbe uscito con la richiesta del curriculum. Si sarebbe garantito lanonimato e sarebbe saltata lindicazione finale per il voto. Qualcuno ha sbagliato. Ma in caso di mia elezione, il nostro progetto per valorizzare le giovani risorse partirà subito».
Intanto, su Chiodi sabbatte lindignazione generale degli avversari. E in attesa che il caso si sgonfi, Paolini annuncia l«intenzione» di firmare oggi il decreto per le elezioni del 14-15 dicembre. «Non è per forzare la mano al Tar - spiega - ma la Prefettura dellAquila ha chiesto tempo per stampare le schede, 3 giorni da sommare ai 15 incomprimibili per il rinvio».
Lex governatore, Ottaviano Del Turco, dal canto suo afferma: «Il Pd ha avuto un comportamento indegno nella gestione in Abruzzo degli ultimi mesi».
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