Anna Maria Greco
da Roma
Contrordine, compagni. Il Consiglio di Stato dice no al diritto di voto per gli immigrati, precisando che non sono i Comuni ad avere la competenza in questa materia, ma lo Stato che semmai può delegarla alle Regioni.
Lo stop arriva a un anno esatto dal parere positivo dato sempre da palazzo Spada al riconoscimento del voto agli extracomunitari per le elezioni circoscrizionali, concesso dal comune di Forlì e sostenuto dalla Regione Emilia Romagna.
Stavolta, invece, il supremo organo amministrativo risponde al quesito del ministro dellInterno, Giuseppe Pisanu, e dà un segnale forte a tutte le giunte che si preparavano ad aprire le urne agli extracomunitari residenti, che in Italia superano il 4 per cento. Il Consiglio di Stato sottolinea che lItalia non ha ratificato la parte della Convenzione di Strasburgo che avrebbe consentito agli stranieri di votare.
La battaglia in questi anni è stata guidata dalle amministrazioni di centrosinistra e dallAnci, in mezzo alle polemiche e fortemente osteggiata soprattutto dalla Lega, in prima fila il ministro per le Riforme Roberto Calderoli. Ora il Carroccio annuncia che proseguirà la sua battaglia legale sullultimo caso, quello di Torino. Nellagosto 2004 il governo ha impugnato lo statuto del primo Comune che ha concesso il voto per amministrative, circoscrizionali e referendum agli stranieri residenti da almeno 5 anni, quello di Genova. Dopo il parere amministrativo, il sindaco Giuseppe Pericu ribadisce che il voto agli extracomunitari residenti è «una necessaria evoluzione dellordinamento giuridico». Lesempio è stato seguito anche da altri e 10 giorni fa il Comune di Torino ha stabilito che dal 2006 gli immigrati residenti da almeno 6 anni potranno andare alle urne per le circoscrizionali: sono 17mila. Ora il sindaco Sergio Chiamparino annuncia che il Comune «andrà avanti, se ci saranno dei ricorsi andremo al Tar e poi al Consiglio di Stato». Nellottobre 2004 a Roma gli immigrati hanno partecipato al voto per i consiglieri aggiunti in Campidoglio. Anche i Comuni di Firenze e Cesena si sono pronunciati a favore del voto agli immigrati e Venezia, conferma il sindaco Massimo Cacciari, punta a farli partecipare almeno per le municipalità. Casi non isolati, visto che il 28 luglio lAnci ha approvato allunanimità a Roma, una mozione per sostenere le scelte dei Comuni e il presidente dellassociazione, primo cittadino di Firenze, Leonardo Domenici, li ha invitati a inserire negli statuti il diritto di voto attivo e passivo nelle circoscrizioni. Dal voto circoscrizionale a quello amministrativo sembrava un piccolo passo e lAnci punta alle elezioni nazionali, chiedendo unaccelerazione della legge già alla Camera. « LAnci - spiega il sindaco di Ancona e responsabile immigrazione dellassociazione, Fabio Sturani - non vuole lanciare sfide al governo, ma porre un problema politico forte».
Il nuovo parere del Consiglio di Stato riapre comunque i giochi e le polemiche. Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte, ha molti dubbi. «Non mi risulta che la questione sia normata da una legge dello Stato e fossi al posto del Comune di Torino farei ricorso». Per la Bresso lo Stato non dovrebbe intervenire a livello circoscrizionale, mentre dovrebbe varare una legge per il diritto di voto agli immigrati, «perlomeno per Comuni e Province».
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