Monti: "Mai pensato di interrompere la legislatura. E Schifani: "Al Paese serve una guida"

Mario Monti smentisce ogni ipotesi di voto anticipato: "Mai pensato di interrompere la legislatura attraverso una crisi pilotata". E il presidente del Senato, Renato Schifa, assicura: "Sono solo ipotesi giornalistiche: si va al voto nel 2013. Ma dopo le elezioni serviranno responsabilità e dialogo". Alemanno vuole le primarie per il Pdl: "Berlusconi non si ricandida"

Monti: "Mai pensato di interrompere la legislatura. E Schifani: "Al Paese serve una guida"

Elezioni anticipate? Solo "ipotesi giornalistiche" per Renato Schifani, che non crede si possa realisticamente andare al voto prima della fine della legislatura nel 2013: "Il Paese in questo momento ha bisogno di una guida". Visto il delicato momento, comunque, il presidente del Senato, chiede che anche "nel 2013 occorrerà grande responsabilità dei partiti legittimati dalle elezioni e che saranno chiamati a guidare il Paese. Occorreranno grandi sinergie e dialogo tra maggioranza e opposizione". Palazzo Chigi, tra l'altro, smentisce ogni ipotesi di interruzione della legislatura prima del termine stabilito attraverso una crisi pilotata da parte del governo Monti come suggerito dai quotidiani

Del resto, col passare del tempo, l'ipotesi di un voto in autunno sfuma sempre più e, in attesa di una decisione sulla riforma della legge elettorale, i partiti si stanno riorganizzando. Il Pd litiga sulle unioni gay, il Terzo Polo non sa ancora con chi allearsi e nel Pdl tiene banco la possibile candidatura di Silvio Berlusconi. Un'ipotesi che ha il benestare del segretario del partito Angelino Alfano e di moltri altri esponenti, favorevoli anche al ritorno del nome Forza Italia, ma che vede sul chi va là soprattutto la componente ex-An.

Tra gli scettici c'è anche Gianni Alemanno, che ai microfoni di La7 ha definito "un passo indietro" il ritorno del Cavaliere sulla scena politica: "Il partito deve scrivere una pagina nuova", ha detto il sindaco di Roma, sottolineando che "nulla è deciso e credo che alla non ci sarà". "Il mio partito sta attraversando un momento difficile perché c’è una riproposizione di schemi vecchi. Io ho parlato questa settimana con Berlusconi e gli ho espresso le mie perplessità rispetto alla sua candidatura perché ritengo che rischi di essere un ritorno all’indietro", ha detto il primo cittadino della Capitale. Sono tre, secondo lui, i "pilastri per il rinnovamento della politica: primarie, preferenze e liste civiche".

Oltre a un ritorno alla politica fatta dai politici: "I tecnici oltre un certo limite le grandi riforme non le possono fare perchè quelle strutturali hanno bisogno di una grande visione politica, di un indirizzo e del consenso popolare".

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