Il meccanismo è sempre quello, ormai dal remoto 1993 quando - con lo scontro tra Marco Formentini e Nando Dalla Chiesa - i milanesi sperimentarono per la prima volta l’ebbrezza della elezione diretta del sindaco. Ma, a diciott’anni di distanza, molti cittadini continuano a non avere dimestichezza con modalità di voto che - in particolare per quanto riguarda la possibilità del cosiddetto “voto disgiunto” - non sono, effettivamente, di immediata comprensione. Così il ministero degli Interni ha ritenuto di pubblicare una sorta di vademecum dell’elettore, indicando - in modo sufficientemente chiaro - come ci si deve comportare in cabina elettorale.
Contemporaneamente il Comune di Milano ha diramato le consuete istruzioni per i ritardatari e i distratti, fornendo le istruzioni a chi si accorge all’ultimo momento di essere privo dei documenti per votare, ovvero la carta di identità e la tessera elettorale. Entrambi i documenti saranno rilasciati presso gli uffici dell’anagrafe di via Larga che per l’occasione faranno gli straordinari restando aperti dalle 8,30 alle 20 di sabato, dalle 8 alle 22 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì.
Nei seggi elettorali ci si vedrà poi consegnare (oltre alla scheda per l’elezione dei consigli di zona) una scheda con i nomi dei candidati sindaco e l’indicazione delle liste che sostengono ciascuno di essi. L’elettore può votare: solo per una delle liste, e in questo modo il voto si estende automaticamente anche al candidato sindaco sostenuto dalla lista; solo per un candidato a sindaco; per un candidato a sindaco e per una delle liste collegate; per un candidato a sindaco e per una lista che sostiene un altro candidato, cioè il famoso «voto disgiunto». Inoltre, ricorda il ministero, è possibile esprimere una sola preferenza per uno dei candidati al consiglio comunale della lista per cui si è espresso il voto.
Proprio su questa vasta possibilità di scelte si innesca l’allarme lanciato su Internet da gruppi di militanti del centrosinistra, che paventano la possibilità di brogli elettorali da parte degli avversari e invitano gli elettori a votare in modo da renderli impossibili o inefficaci. La presenza in tutti i seggi dei rappresentanti di lista non costituisce, per i supporter di Pisapia, una garanzia sufficiente che le elezioni si svolgeranno regolarmente. E così viene lanciata una accusa preventiva allo schieramento avversario, contro cui si adombra il sospetto di voler truccare il voto.Di come impedire i brogli del centrodestra si sarebbe discusso anche in una riunione dei rappresentanti di lista pro-Pisapia. E dalla stessa riunione sarebbe scaturito il rimedio: convincere tutti gli elettori a non mettere la croce solo sul nome del candidato sindaco ma anche di una delle liste del suo schieramento, e indicare per esteso anche il nome del candidato al consiglio comunale cui si intende dare la preferenza.
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