«Abbiamo dimostrato che la 'ndrangheta era molto forte in Liguria e ora possiamo affermare di averla decapitata con altrettanta forza». Con questa chiara e concisa dichiarazione, il sostituto procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico ha commentato l'operazione «Maglio 3», che nella notte tra domenica e lunedì ha portato all'arresto di dodici malavitosi e ha fatto scattare l'indagine per due esponenti del Pdl ligure, il consigliere regionale Alessio Saso e il consigliere del Comune di Genova Aldo Praticò. L'ipotesi di reato contestato ai due politici è il voto di scambio, precisamente la violazione del Dpr 16560 numero 560, articolo 86, che in teoria può essere contestato solo sotto elezioni. La situazione dei due esponenti del Pdl è ancora da delineare: «Siamo sotto periodo d'indagine e i primi sviluppi arriveranno dopo gli interrogatori» ha chiarito il sostituto procuratore Alberto Lari, per adesso intanto sono stati perquisiti gli uffici dei due politici in cerca di documentazione rilevante ai fini dell'indagine.
Tutt'altro discorso invece per i dodici malavitosi arrestati all'alba di lunedì. Si tratta dei capi delle locali liguri, comandate dalle 'ndrine di Reggio Calabria e coordinate fino allo scorso 13 luglio (data dell'arresto) dal boss Domenico Gangemi. I carabinieri del Ros hanno dato esecuzione a nuove ordinanze di custodia cautelare in carcere (al momento nei penitenziari di Marassi e Pontedecimo, ma a breve sarà previsto uno smistamento in altre strutture), emesse dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Genova nelle province di Imperia, La Spezia e della stessa Genova. Entrando nello specifico dei nomi e della dislocazione sul territorio, i dodici arrestati sono: Onofrio Garcea (già precedentemente arrestato), Antonio Multari, Raffaele Battista, Rocco Bruzzaniti, Arcangelo Condidorio e Lorenzo Nucera per la locale di Genova; i vertici della locale di Ventimiglia Fortunato Barillaro, Francesco Barillaro, Benito Peppè e Michele Ciricosta; i capi della locale di Lavagna, Paolo Nucera e di Sarzana, Antonio Romeo. Per tutti e dodici il reato contestato è il 416 bis, ovvero l'associazione di tipo mafioso.
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