Dopo la prima settimana di corsa siamo ancora lì a giocarcela: notizia buona. Dopo nove tappe non ci si è certo annoiati: unaltra buonissima notizia. Ogni giorno cè chi va meglio e chi va peggio. Non ci sono fenomeni. Tutti hanno in canna al massimo un paio di colpi, un paio di accelerazioni rabbiose: questa è la notizia più bella.
Anche in Spagna - nel mondo del ciclismo è da un po che le cose sono cambiate -, qualcosa sta mutando. Gli spagnoli fanno fatica: questa è la vera notizia. Nella loro Vuelta non fanno più i fenomeni, come erano soliti fare fino a solo un paio di anni fa. Chi è stato superiore il giorno prima può pagare dazio il giorno dopo. Proprio come è accaduto ieri a La Covatilla, secondo arrivo montano di questo 66° Giro di Spagna. Il giorno prima Purito Rodriguez ha bastonato tutti su uno strappo di un chilometro, ieri per poco non salta in aria e ci lascia quasi un minuto. Il giorno prima dietro a Rodriguez ci rimane solo il nostro Michele Scarponi, che anche ieri appena si è cominciato a fare sul serio ha scatenato la bagarre, senza fare però i conti con le proprie energie, con il proprio carburante: alla fine ha lasciato per strada quasi due minuti. Il giorno prima fatica maledettamente Vincenzo Nibali, che ieri si rende protagonista dell'azione più bella con il bravo Daniel Martin, irlandese, nipote d'arte (lo zio si chiama Stpehen Roche, uno che ha vinto Giro, Tour e Mondiale, ndr), che alla fine vince la tappa. Nibali si deve accontentare di un semplice 6° posto, a soli 11 dal vincitore. Ora in classifica generale la maglia è sulle spalle dell'olandese Bauke Mollema, che ha 1 di vantaggio sull'ex leader Joaquin Rodriguez e 9 sul nostro Nibali, mentre Scarponi è sprofondato in 18° posizione a 154 (Bruseghin è 16° a 112).
«Ho trovato il terreno giusto per me, con salite meno ripide ma più lunghe e posso ritenermi più che soddisfatto. Per tutto il giorno ho avuto buone sensazioni e voglia di riguadagnare i secondi persi - ha spiegato Nibali a caldo -. Nel finale ho trovato la situazione giusta, e tra scatti e controscatti sono riuscito a fare il forcing e la differenza che volevo. L'obiettivo primario era prendere secondi per la generale. Wiggings si è rivelato l'avversario tosto che mi aspettavo, cosi come Van den Broeck e Mollema.
Oggi crono individuale di 47 chilometri attorno a Salamanca. Una prova che sorride al britannico Wiggins. Ma in questa Vuelta dal volto umano nulla è scontato.
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