Vuvuzela, frastuono mondiale: tutti a caccia della trombetta

I rugbisty sudafricani le boicottano perchè il calcio è sport «minore». I tecnici studiano come neutralizzarne le frequenze. Alcuni medici avvertono: attenzione, fanno male all’udito. Ma Milano le ama. Le vuvuzelas, celebri trombette simbolo del Mondiale sudafricano, vanno letteralmente a ruba: ieri mattina, in meno di tre ore, la South Africa House di viale Monte Nero 55 ne ha distribuite più di settecento, senza contare le altre centinaia che si sono volatilizzate nel pomeriggio, all’arrivo di nuovi scatoloni. «E’ stato un assalto. Stamattina - rivela Cristina Secco, trade relation manager dell’Ente del turismo sudafricano - c’era una fila immensa che proseguiva su parte del vialone, solo per aggiudicarsi una trombetta». Nei magazzini del locale che trasmette le partite di Italia e Sudafrica, oltre a promuovere il turismo del Paese che ospita il Mondiale, sono custodite circa 10mila vuvuzelas. Finora ne sono state regalate più di 2000, ma nessuno si aspettava un exploit del genere. «Siamo aperti da due settimane - prosegue Cristina - ma sono cinque giorni che è scoppiata la febbre. Negli ultimi due giorni poi, il delirio. Tutto dovuto alla campagna pubblicitaria “Ma dove vai se la vuvuzela non ce l’hai", in metropolitana e sui mezzi di superficie».
Per ora i commercianti milanesi non si sono ancora mossi. Nei quartieri di Porta Venezia - dove vive una folta comunità africana - e di Paolo Sarpi, enclave cinese, la vuvuzela è un’illustre sconosciuta. Solo dietro piazza Duomo, qualche ambulante ne vende alcune, non originali: sono corte, hanno l’ancia e producono un suono diverso. Quelle della South Africa House, invece, sono rigorosamente in plastica e provengono proprio dal Sudafrica, come testimonia il marchio impresso sulle trombette. Per ottenerle, basta compilare un modulo con i propri dati e armarsi di tanta pazienza. «Ci risulta - conclude Cristina - che a Milano non le vende ancora nessuno. Forse qualcuno a Roma grazie all’ambasciata sudafricana. Da noi però non ci sono solo vuvuzelas, ma anche degustazioni di vini sudafricani come quella di stasera (ieri, ndr)». C’è anche chi, tuttavia, odia le rumorose trombette. «Sembra una sciame di api» è il commento dei detrattori. Per questo, la tv inglese Bbc sta studiando una maniera per annullarne il suono, i venditori sudafricani fanno affari d’oro con i tappi per le orecchie e i medici mettono in guardia circa i rischi per l’udito.

Ma le vuvuzelas sono anche un business: si calcola un giro d’affari di circa 5 milioni di euro e un manipolo di siti web, come ebay, piro89com e yesmarket che, fiutato l’affare, le vendono a prezzi tutt’altro che abbordabili. Non poteva mancare l’(anti)politica: per la manifestazione del 9 luglio contro il ddl intercettazioni, il «popolo viola» si appresta a soffiare nelle trombette per dar voce alla sua protesta.

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