Milano - Le borse europee, piazza Affari inclusa, hanno chiuso positivamente, anche se in rallentamento rispetto ai massimi. Francoforte e Parigi hanno terminato la giornata rispettivamente con il Dax e il Cac 40 in rialzo del 2,7%, mentre Milano il Mibtel è salito del 3,4%. A smorzare parzialmente l’euforia, soprattutto la volatilità di Wall Street. Il giorno dopo il balzo maggiore del dopo guerra, la borsa di New York è tornata a vedere rosso, oscillante e in vena di realizzi.
Wall Street storna al ribasso Dopo aver viaggiato in territorio positivo, Wall Street vira bruscamente in rosso. Alle 17 quasi ora italiana il Dow Jones cede 64,35 punti (-0,69%), a quota 9.323,26 punti, mentre il Nasdaq scivola di 42,35 punti (-2,30%), a1.801,90. In rosso anche lo S&P 500, che arretra di 8,08 punti (-0,81%), a 995,27. Nelle prime ore della seduta gli indici azionari Usa avevano imboccato con decisione la strada dei rialzi, con gli investitori che hanno guardato al piano dell’amministrazione Bush che vedrà il governo entrare nel capitale di alcune banche americane.
Scende l'Euribor Nuova flessione dei tassi interbancari. L’ Euribor a tre mesi infatti è sceso al 5,24% dal 5,32% precedente, quello ad un mese al 4,93% dal 5,02% e quello ad una settimana al 4,2% dal 4,37%. Il saggio di riferimento per la politica creditizia e dei mutui degli istituti di credito è scivolato così ai minimi dal 30 settembre scorso.
Bush rassicura Il presidente George W. Bush ha annunciato che il governo federale userà una parte dei fondi autorizzati dal Congresso contro la crisi finanziaria per acquistare azione nelle banche: "È una misura essenziale a breve termine". In un secondo momento le banche potranno ricomprare le azioni, ha detto Bush dopo aver incontrato il gruppo di lavoro suoi mercati finanziari. Il piano annunciato dalla Casa Bianca prevede l’impiego di 250 miliardi dei 700 autorizzati dal Congresso. Il governo federale garantirà ogni nuovo debito emesso dalle banche per i prossimi tre anni, una misura decisa per incoraggiare le banche a riaprire il rubinetto del credito. Il presidente ha definito questa e le altre azioni intraprese dal suo governo "aggressive e senza precedenti" ma che aiuteranno a ridare fiducia e a "riportare la nostra economia sul sentiero della crescita e della prosperità".
Il piano Paulson "Lo stato federale ha sbloccato 250 miliardi di dollari per entrare nel capitale delle istituzioni finanziarie che lo richiedono", spiega il segretario al tesoro americano, Henry Paulson, che ha aggiunto che "nove banche hanno già accettato l’ingresso dello stato nel proprio azionariato". L’ingresso dello Stato comporterà una serie di restrizioni per le istituzioni finanziarie in tema di remunerazione del management chiave. Il governo statunitense acquisterà fino a 250 miliardi di dollari di azioni delle banche per fronteggiare la crisi finanziaria e si impegnerà a garantire temporaneamente i prestiti interbancari e a offrire assicurazioni illimitate sui depositi. In pratica l’amministrazione americana sposta l’asse del piano di salvataggio da 700 miliardi di dollari, privilegiando azioni sul modello del piano britannico, piuttosto che acquistare sul mercato titoli tossici come era stato previsto in precedenza.
Bernanke: "Aiuti fino al ritorno della prosperità" Il capo della Fed, Ben Bernanke, ha detto che gli Stati Uniti "non si tireranno indietro" finchè il sistema finanziario non sarà tornato in piedi e in America sarà tornata la prosperità. Nel suo breve intervento, Bernanke ha detto che l’obiettivo del piano è di "ristabilire la fiducia, rafforzando le istituzioni finanziarie e le capacità per gli istituti di prestare" denaro. Il presidente della Federal Reserve ha tenuto a sottolineare il carattere eccezionale delle misure prese in questi giorni, garantendo che "tutte le risorse possibili verranno sfruttate" per riportare la situazione alla normalità.
La Commissione Ue apre "L’esistenza di circostanze eccezionali permette che un deficit temporaneamente al di sopra, ma vicino al 3% del pil, non sia considerato come eccessivo", spiega la Commissione Ue ribadendo la necessità di ricorrere a una maggiore flessibilità del Patto Ue di stabilità e di crescita.
Rialzi generalizzati in Asia Nuova impennata generale delle Borse in Asia e sul Pacifico, trascinate dal record registrato in serata a Wall Street e dall’ottimo andamento a Tokyo, che riapriva i battenti proprio oggi dopo una pausa festiva e, soprattutto, dopo il tracollo globale di venerdì scorso e gli interventi di emergenza decisi nel fine settimana dai Grandi. Per la piazza finanziaria nipponica era dunque il banco di prova di fronte all’incalzare della crisi, e la risposta è stata più che positiva: l’indice Nikkei ha chiuso con un rialzo di ben il 14,15%. Analogo l’andamento quasi ovunque: in Australia chiusura con guadagno del 3,7%, in Nuova Zelanda +6%. Seul, a contrattazioni ancora in corso, era in recupero di oltre il 5%, Bangkok del 6,1%. Più contenuta la risalita a Hong Kong, +4,4%, e soprattutto a Shanghai con appena +1,2%: in questo caso a fare da freno è stato l’attendismo degli investitori che, dopo i massicci interventi statali della settimana scorsa, paventano adesso un atteggiamento opposto da parte del governo cinese, senza ulteriori mosse a sostegno del sistema finanziario.
Il piano del Giappone Anche il Giappone ha un piano per stabilizzare i mercati finanziari e il governo mantiene una "elevata allerta". Prima dell’apertura della Borsa di Tokyo, il governo ha annunciato la possibile inieazione di fondi pubblici nelle banche regionali. Le misure dovrebbero aiutare soprattutto gli istituti più piccoli a evitare il possiibile credit crunch. Il ministro delle Finanze Shoichi Nakagawa ha detto in un comunicato che il sistema finanziario nipponico è relativamente stabile e che le reti di salvataggio sono già operative, ma ha aggiunto: "Continuerò a monitorare con uno stato di allerta elevato l’impatto della recente, rapida caduta dei mercati azionari sul settore finanziario giapponese e sull’economia reale". Il ministro ha inoltre annunciato che il governo considera di congelare in via temporanea la vendita di azioni detenute dal governo sul mercato secondario e si aspetta che la Banca del Giappone faccia la stessa cosa.
Il governo avvierà poi una ulteriore deregulation delle operazioni di buyback da parte delle società, considera di espandere la normativa sulla divulgazione delle vendite allo scoperto ed estenderà una rete di salvataggio per gli assicuratori di polizze vita dopo aprile 2009, ha detto il ministro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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