da Roma
Senatore Giovanni Russo Spena, panettone e champagne natalizi hanno gettato il Pd nel marasma. Che cosa succede?
«Quello che succede purtroppo non è ancora del tutto chiaro. Però di sicuro è gravissimo».
Una girandola di posizioni sulla legge elettorale... Non si capisce se esiste o no una strategia.
«Sono francamente stupito da tale calo di responsabilità politica, e mi pare che la leadership del Pd stia giocando con il fuoco».
In che senso, che cosa può succedere?
«Qui può saltare tutto. La riforma elettorale è un passaggio delicatissimo, questo lo sanno anche i bambini».
E Veltroni con Franceschini hanno fatto il salto della quaglia, dal tedesco al francese...
«Una campagna come quella lanciata dal vertice del Pd rischia fortemente di far saltare ogni ipotesi di accordo e di spalancare le porte al referendum. Un salto nel buio da tutti i punti di vista e spero solo che Veltroni e Franceschini se ne rendano conto».
Ma non stanno puntando esattamente al referendum?
«La cosa è in termini ancor più gravi: ormai non si tratta di puntarci o meno, si va automaticamente al referendum se in meno di un mese non facciamo la nuova legge elettorale...».
Che cosa chiede a Veltroni, dopo una sua intervista a Repubblica che resta ambigua?
«Il segretario del Pd dovrebbe dire chiaramente se è disposto a lavorare su un sistema tedesco corretto o se mira ad altro. La prossima settimana vedremo in commissione se gli esponenti del Pd verranno con spirito di collaborazione o no. Lunica strada è ripartire dalla bozza Bianco, emendandola con accordi il più possibile trasversali. Ricordo di aver trovato la massima collaborazione anche in settori dellopposizione, per esempio da parte del senatore Quagliariello».
Resta assodato che Rifondazione sta con chiunque voglia il sistema tedesco e non il referendum.
«Ma noi non vogliamo imporre certo al Pd un sistema tedesco puro, che pure riteniamo di gran lunga il più adeguato per lItalia. Però il Pd non può cercare di imporre, a sua volta, un sistema bipartitista travestito da proporzionale corretto come sarebbe quello della proposta Bianco, senza alcune importanti correzioni».
In ogni caso sembra che questa confusione sia frutto della lotta intestina allinterno del Pd.
«Cè di sicuro unincertezza legata alla scelta tra perseguire un sistema di alleanze o cercare di fare tutto da sé. Un partito-padrone...».
Ma esiste una sorda lotta tra i soliti noti, Veltroni e DAlema...
«Può darsi, ma chi può saperlo? Non vorrei solo che, ancora una volta, come si è verificato in innumerevoli casi dallinizio della legislatura, le divisioni interne al Pd facessero premio su ogni altra considerazione, con il risultato di introdurre ulteriori elementi di destabilizzazione».
DAlema avrebbe in mente piuttosto una «grande coalizione» con il centro, e dunque per questo vorrebbe il «tedesco».
«DAlema fa bene a seguire la strada che porta al tedesco... Ma non è vero che questo sistema agevolerebbe una grande coalizione... È una fandonia: sono le condizioni politiche che la possono determinare. Certo, se alle elezioni si presentasse una Cosa bianca che prendesse il 12-13 per cento dei voti non si potrebbe non prenderne atto...».
In questo senso, il «tedesco» potrebbe farla emergere...
«Ma non si può costruire un sistema elettorale in base ai calcoli o ai timori di questo o quel soggetto! Dobbiamo soltanto fare in modo di rompere queste coalizioni coatte e confuse. Ne uscirebbe rafforzata la governabilità».
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