Washington moroso con la biblioteca. Da due secoli

Il primo presidente degli Stati Uniti, George Washington, nonostante la sua leggendaria irreprensibilità, non restituì due libri alla prima biblioteca pubblica di New York. Per questo da oltre due secoli a questa parte è considerato moroso dalla New York City Library. Lo ha rivelato la Cnn, che è risalita ai documenti originari di quel prestito, contratto il 5 ottobre 1789. Il primo presidente degli Stati Uniti quel giorno prese in prestito due libri contenenti dissertazioni di diritto internazionale e dibattiti parlamentari. È quanto risulta da un registro ingiallito trovato in una cantina di New York: nel volume sono riportati, in bella calligrafia, i libri «in uscita» dalla Biblioteca, la data corrispondente e i nomi di coloro ai quali sono stati prestati. Accanto ai volumi intitolati «Law of Nations» («La Legge delle Nazioni») e «Common Debates» («Dibattiti Pubblici») è riportata la data 5 ottobre 1789 e il nome di colui a cui i due volumi sono stati prestati: «President».
Dato che New York era in quei mesi la capitale degli appena nati Stati Uniti d’America, sia gli storici sia gli esperti librai sono concordi nel ritenere che quei due volumi siano andati a George Washington. In base al regolamento della New York City Library, il presidente li avrebbe dovuti restituire entro e non oltre il 2 novembre del 1789. Se non lo avesse fatto, avrebbe dovuto pagare una penale di 2 pence al giorno. Non lo fece. La penale, così, è cresciuta negli anni e secondo stime fatte dalla New York Society Library, mantenendo i parametri di allora l’ammontare totale della somma dovuta sarebbe oggi di circa 3.000 sterline, pari a 4.577 dollari. Subito dopo, gli Stati Uniti decisero di spostare la capitale a Filadelfia, e successivamente a Washington. Anche per questo il presidente con ogni probabilità si dimenticò del prestito. Che è tornato alla luce in questi giorni in seguito ad un lavoro di archivio deciso dalla Biblioteca di New York, che sta ricollocando in forma digitale tutti i suoi volumi. «Il Volume 12 (Common Debates) continua a mancare», è scritto nel registro della Biblioteca. L’assistente capo librario della Biblioteca, Jane Goldstein, ha precisato alla Cnn che nessuno sa chi possa averlo o dove possa essere finito. E nei documenti non si fa alcun cenno al nome di colui a cui il volume andò in prestito.
La dimenticanza del presidente è un altro dettaglio che si aggiunge alla ricostruzione storica che l’America sta da anni facendo su Washington. Non più di un anno e mezzo, un gruppo di archeologi riuscì a riportare alla luce i resti della tenuta di Ferry Farm, nello Stato della Virginia a circa 80 chilometri da Washington. Era la casa dove Washington visse durante l'infanzia rimanendovi fino ai 20 anni. Una casa grande, con un ampio corridoio e almeno otto camere da letto, su più piani e con il tetto in legno. L'entrata elegante della tenuta affaccia su un fiume, il Rappahannock River, in quegli anni ancora navigabile.
La famiglia Washington si trasferì a Ferry Farm quando George aveva solo sei anni, per essere più vicina all'attività del padre, Augustine, che possedeva un forno per la lavorazione del ferro. Sono in ottimo stato di conservazione molti degli oggetti ritrovati durante le ricerche, sebbene parte della tenuta fu distrutta da un incendio nel 1740. Ci sono bottiglie, coltelli, forchette e persino una pipa, che con ogni probabilità apparteneva al presidente. I frammenti di un servizio da tè di buona manifattura, appartenente a Mary Ball Washington, matrigna del presidente, hanno inoltre dimostrato come la famiglia vivesse in buone condizioni economiche, nonostante il periodo di crisi che risale alla morte del padre nel 1743.

«È una scoperta memorabile, che fa luce su una parte fondamentale della storia del nostro paese», disse all’epoca Philip Levy, professore di storia all'Università del Sud della Florida e grande esperto della vita del primo presidente americano.

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