Webber in pole. È la rivolta degli scudieri

Webber in pole. È la rivolta degli scudieri

NürburgringCi sono voluti 29 anni per rivedere un australiano in pole position. L’ultima volta era successo proprio nel Gran Premio di Germania, ma ad Hockenheim, nel 1980, per merito del corpulento Alan Jones, che in quella stagione vinse con la Williams il suo unico titolo mondiale. L’impresa è riuscita, al suo 132° tentativo, al trentatreenne Mark Webber, nativo di Queanbeayan, sobborgo della capitale Camberra, nel nuovo Galles del Sud.
Un pilota, Webber, che dopo la conclusione dello scorso campionato aveva rischiato di dover lasciare l’attività a causa di un brutto incidente, quando fu investito da una vettura, mentre in Tasmania stava partecipando in mountain-bike a una gara intitolata a suo nome. Aveva riportato fratture multiple alla gamba. Ma il Crocodrile Dundee della F1 non si è dato per vinto e con una rieducazione forzata è tornato in pista per iniziare la sua sfida iridata.
Già, perché tutti parlano del duello fra il leader della classifica Jenson Button e quello che viene considerato il suo principale avversario, cioè Sebastian Vettel. Webber però è quarto a solo 3,5 punti di distacco dal compagno di squadra tedesco, a 5,5 da Barrichello e a 18,5 dall’inglese della Brawn GP. Margini importanti, tuttavia una successo oggi nel circuito del Nürburgring, tutto rimesso a nuovo con un investimento di 300 milioni di euro per una serie impressionante di servizi, compreso l’ottovolante più veloce del mondo (raggiunge i 250 km orari), riporterebbe Mark in piena bagarre. L’australiano, che ha come manager un certo Flavio Briatore, è comunque molto considerato e per il prossimo futuro si parla di lui alla Renault (al posto di Alonso) o forse come sostituto di Kovalainen in McLaren.
In ogni caso Webber conduce la rivolta degli scudieri, visto che oggi al via si troverà affiancato da Rubens Barrichello. I loro due «capitani», Button e Vettel sono appaiati in seconda fila e precedono il sorprendente Hamilton, quinto e sempre veloce in tutto il weekend. Risultato dovuto anche alle profonde modifiche apportate alla sua McLaren (che ha anche ritrovato il Kers), solo alla sua perché Kovalainen ne è ancora privo. Accanto all’inglese un’altra novità: il tedesco Adrian Sutil, settimo con la Force India, con un carico di benzina fra i più elevati. Il miglior piazzamento per il pilota, sinora era un quindicesimo posto e, quello ottenuto ieri, è anche in assoluto il più brillante della sua squadra.
Rimanendo nell’ambito dei fatti inconsueti da rilevare un Nelsinho Piquet per la prima volta davanti ad Alonso (12°) in 27 qualificazioni e, in negativo, la prima mancata inclusione fra i top ten dall’inizio dell’anno di Rosberg (15°).
Si prospetta, dunque, una gara, la nona su 17 del campionato, molto incerta e interessante. Ieri è stata la pioggia, caduta a tratti, a confondere un po’ la situazione, a creare una griglia diversa. Restano però sempre indietro le Ferrari, con Massa in ottava posizione e Raikkonen in nona. Massa ha detto: «In condizioni migliori, avremmo potuto puntare più in alto. Abbiamo una buona strategia per fare punti. Il podio credo sia se non impossibile, molto difficile da raggiungere». Durante i giri cronometrati sulla vettura del brasiliano sono state montate anche gomme sbagliate, ma questo non ha influito sul risultato, anche perché nell’ultima sessione la squadra di Maranello non ne aveva più a disposizione di nuove morbide, quelle che consentivano di forzare al massimo.

Sulle due Ferrari tanto carburante, 30 kg in più rispetto le due Brawn GP e 20 nei confronti della McLaren di Hamilton, una quindicina rispetto alle Red Bull.
Se pioverà, come previsto, sin dal via, Massa e Raikkonen potrebbero guadagnare diverse posizioni. Se invece l’acqua arriverà a gara iniziata, ancora una volta Ross Brawn avrà fatto bingo.

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