Roma - Accuse di brogli, media mobilitati, gli immancabili scontri nella coalizione che sostiene il governo e persino una guerra intestina nella sinistra radicale. Mai una consultazione su materie sindacali aveva suscitato tanto clamore. Nemmeno quella sulla riforma previdenziale di Lamberto Dini. Ma il voto sul Protocollo di luglio ha implicazioni che vanno oltre la ratifica dell’intesa tra governo e parti sociali su previdenza, lavoro e ammortizzatori. Ieri il braccio di ferro tra sindacati e sinistra radicale su chi rappresenta meglio gli interessi dei lavoratori dipendenti è emersa dalla denuncia di Marco Rizzo, eurodeputato dei comunisti italiani, a proposito di brogli ai seggi. In sintesi: nei luoghi di lavoro sta vincendo il no, mentre altrove, cioè «negli svariati seggi allestiti nelle sedi sindacali e nei seggi volanti», prevarrà il sì.
Accuse respinte dai sindacati, ma che hanno messo in imbarazzo anche i partiti della stessa area. Per condannare l’attacco di Rizzo è sceso in campo l’esponente più in vista di Rifondazione comunista, il presidente della Camera Fausto Bertinotti. «Possono esserci dei nei, ma trovo fuorviante discutere di brogli», ha detto l’ex segretario del Prc promuovendo la consultazione come «un esercizio di democrazia straordinario».
Bocciature anche dal ministro Paolo Ferrero: «Chi fa politica dovrebbe tacere, questa è veramente una cosa che riguarda il sindacato al suo interno». Rizzo si è ritrovato contro anche il fondatore del suo partito, Armando Cossutta, secondo il quale «non c`è squallida provocazione o strumentale broglio preordinato che possa minimamente inficiare il significato e il valore» della consultazione. Unica difesa, quella del segretario Oliviero Diliberto convinto che la denuncia sia servita ad aiutare il sindacato. Il leader di Sinistra democratica Fabio Mussi ha invece preso le distanze parlando di un «burletta» da parte di Rizzo e «qualche amico».
Le denunce non hanno mosso di un millimetro Cgil, Cisl e Uil che ieri, alla seconda giornata di voto, hanno registrato «un’affluenza superiore alle aspettative» e «un regolare svolgimento delle operazioni di voto». L’unico neo per i sindacati è quello della troupe di Anno zero beccata mentre tentava di dimostrare brogli alle urne. Qualche preoccupazione arriva dall’alta partecipazione nei luoghi di lavoro più caldi. A partire dallo stabilimento Fiat Mirafiori.
Quanto sia scontato la vittoria del sì, lo si capisce dal fatto che la trattativa sul Protocollo dentro la maggioranza è continuata anche ieri. Anche i partiti della sinistra radicale che chiedevano modifiche all’intesa già al consiglio dei ministri del 12 si sono convinti ad accettare un compromesso che si realizzerà in Parlamento. Mussi in particolare ha fatto rientrare la minaccia di non votare il provvedimento. Il ministro della Solidarietà Ferrero, esponente di punta del Prc, ieri continuava a minacciare il no al consiglio dei ministri, ma potrebbe cambiare idea di fronte alla prospettiva di cambiamenti durante il passaggio parlamentare del provvedimento.
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