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Welfare, Prodi si piega ai sindacati L'Fmi: protocollo, un passo indietro

Il premier fa retromarcia. Dopo aver assicurato che non avrebbe avuto "nessun cedimento" incontra i sindacati e garantisce il rispetto del documento firmato a luglio. "Altrimenti - assicura il segretario della Cgil Epifani - ci faremo sentire". De Rato: "Con la riforma problemi per i conti". La Cdl: "Un altro schiaffo, il governo ha 48 ore per decidere di che morte morire"

Welfare, Prodi si piega ai sindacati 
L'Fmi: protocollo, un passo indietro

Roma - Non più tardi di stamattina Prodi aveva assicurato "nessun cedimento" sul welfare. A nessuna delle componenti della maggioranza. Poi al primo faccia a faccia, ecco cascare tutta la fermezza del premier. I sindacato escono da palazzo Chigi con in tasca il risultato che volevamo (la stessa richiesta di Confindustria): tornare all'accordo firmato il 23 luglio da governo e parti sociali, senza le modifiche introdotte nel consiglio dei ministri di venerdì, per andare incontro alla esigenze della sinistra radicale.

Pranzo fruttuoso "Prodi ci ha assicurato il rispetto dell’accordo sul welfare firmato con noi e che ci sono solo problemi di trasposizione per renderlo più chiaro". Dice esultante il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, al termine dell’incontro con il presidente del Consiglio a palazzo Chigi. "Abbiamo notato distonie tra protocollo e provvedimento - ha detto Bonanni - e abbiamo chiesto ragione al governo. Il Parlamento è sovrano, ma il governo è parte contraente e su ogni questione deve fare i conti con le volontà di ogni singolo soggetto. Non possono essere portate modifiche senza che una parte ne sappia nulla. Mi pare che Prodi abbia compreso bene il problema. Ci ha assicurato rispetto integrale dell’accordo. Nelle prossime 48 ore faranno delle limature - ha detto Bonanni - Prodi ci ha assicurato il rispetto dell’accordo firmato con noi".

Epifani: due giorni di tempo "Il governo si è impegnato a rivedere il testo" sul welfare licenziato venerdì scorso dal consiglio dei ministri "nelle parti che non corrispondono" al protocollo sottoscritto da esecutivo e parti sociali il 23 luglio. La conferma dal segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che sottolinea: "Abbiamo due giorni di tempo per vedere se questo impegno del governo si trasformerà in realtà". Epifani ha fatto riferimento agli esecutivi unitari di Cgil, Cisl e Uil, che si terranno giovedì per ratificare l’esito del referendum dei lavoratori. "È un momento delicato - ha sottolineato Epifani - il governo ha dichiarato di voler rivedere quelle parti del protocollo. Bisogna fare in fretta, prima che il testo vada in parlamento". Secondo Epifani "si tratta di un problema di coerenza, di rispetto degli accordi sottoscritti e anche verso l’esito della consultazione tra i lavoratori".

Se entro due giorni non ci saranno risposte "dovremo decidere cosa fare dal punto di vista sindacale" ha aggiunto Epifani.

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