Welfare, la sinistra fischia Ma Epifani difende l'accordo

Anche Diliberto cavalca la protesta di Mirafiori: "Ascoltare il malessere dei lavoratori sul protocollo". E ribadisce l'invito alla sinistra: "In piazza per cambiare l'accordo". Sì di verdi e il ministro della Solidarietà. Montezemolo: "Rispetto gli operai". La Cgil sta con Prodi che avverte: "Rimpasto di governo? No, va dava continuità"

Welfare, la sinistra fischia 
Ma Epifani difende l'accordo

Roma - "Io penso che l’accordo vada sostenuto, non troverei nessun motivo per dire no, nella maggioranza ci sono molte divisioni ma io resto di questa opinione: più lavoratori vanno a votare questo referendum, più sì a questo accordo e secondo me diventa più forte impedire che peggiori". Lo ha dichiarato il segretario confederale della Cgil, Guglielmo Epifani, che precisa: "Io resto convinto che se si usa la testa non i polmoni si può anche, forse, in questo o quel punto migliorare l’accordo".

Fischi anche da Diliberto Se non sono bastati i fischi delle tute blu a Mirafiori e le "precisazioni" del presidente della Camera Fausto Bertinotti, adesso arriva anche il richiamo di Oliviero Diliberto. Sul welfare la sinistra non ci sta. "Io confido che Prodi eserciti non solo la fermezza che ha dimostrato in questi giorni, ma anche la saggezza e questo vuol dire ascoltare il Paese e non tapparsi le orecchie". È il consiglio del segretario del Pdci al premier Romano Prodi riguardo alle proteste di ieri a Mirafiori contro il protocollo welfare e, più in generale, al "malessere profondo" che c’è tra i lavoratori. Diliberto dice che non è vero che la sinistra si trovi in un "cul de sac", stretta tra le pressioni che vengono da una parte del mondo del lavoro perché il Protocollo welfare venga modificato e la fermezza dimostrata dal premier sulla non emendabilità dell’accordo. "Le contestazioni, come quella di ieri a Mirafiori, sono il segno di un malessere molto grande e migliorare l’accordo welfare -osserva Diliberto- vuol dire recuperare il consenso che questo governo ha perduto tra i lavoratori, che sono il blocco sociale di riferimento per un governo di centrosinistra".

Tutti in piazza Dunque, la manifestazione ci sarà anche a rischio di mettere a repentaglio la tenuta del governo? Diliberto non ha dubbi in merito: "Noi confidiamo di migliorare l’accordo sul welfare in Parlamento anche grazie a una pressione di massa. Anche per questo ci sarà la manifestazione". Piuttosto il segretario del Pdci invita a tenere d’occhio il centro della coalizione: "I pericoli per il governo vengono da lì". Lamberto Dini è ancora un alleato per Diliberto? "Dini lo considero un mio alleato finché non si sfila dall’Unione e spero proprio che non lo faccia".

Ferrero: "Cambi il protocollo o si vota" 2O questo governo regge e riesce a fare il programma per cui è stato eletto oppure si va alle elezioni2. Sulla necessità di rivedere l’accordo sul welfare non ha usato mezzi termini il ministro alla solidarietà sociale Paolo Ferrero, arrivato questa mattina a Paulilatino (Oristano) per partecipare a un convegno incentrato sugli interventi alle persone non autosufficienti, promosso dall’assessorato regionale alla Sanità. "Dopo questo governo non ce n’è un altro e un altro ancora", ha spiegato Ferrero. "Le condizioni sia politiche che economiche per adeguare l’accordo ci sono", ha spiegato il ministro di Rifondazione comunista, che ha aggiunto: "Le risorse ci sono i conti pubblici li abbiamo messi a posto. Tutta l’Unione aveva scritto sul programma che contro la precarietà bisognava fare una lotta senza quartiere. Spero adesso che la maggioranza nel suo insieme non si faccia fermare da cose che la gente che ha votato Unione non capirebbe". Poi il ministro difende i lavoratori: "Quando parlano bisogna saperli ascoltare. I lavoratori di Mirafiori possono parlare perché sono tanti ma ci sono anche decine di migliaia di lavoratori che non hanno voce perché stanno in piccole aziendine. Chiedono giustamente politiche che ridistribuiscano redditi dai ricchi verso chi lavora e i pensionati, e ridistribuiscano potere, perché la precarietà viene vissuta dai giovani e da chi lavora con un vero disastro. Bisogna modificare il protocollo nella direzione che chiedono quei lavoratori. Non è un problema di Rifondazione nè della sinistra, ma per tutta una coalizione che vuole rifarsi a valori di progresso".

Montezemolo: "Rispetto gli operai" "Vivo in fabbrica. Ho il massimo rispetto della libertà di espressione di chi lavora in fabbrica". Così il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo risponde ai cronisti che oggi a Bologna, a margine della inaugurazione del Salone della Ceramica, gli chiedevano un commento sui fischi sollevati a Mirafiori ieri durante l’assemblea per discutere il protocollo sul welfare.

Cento: "Noi ci saremo" "Il protocollo sul welfare va cambiato rendendo più incisiva la lotta alla precarietà". Lo dice il sottosegretario all’ Economia Paolo Cento. "In particolare spiega - si possono cambiare i punti relativi ai contratti a termine e allo staff leasing, con la consapevolezza che occorra guardare con attenzione al referendum sindacale, ascoltando bene quel che ci viene da questo referendum non solo nel suo risultato finale ma anche nei suoi risultati parziali: solo una politica sorda può far finta di niente di fronte alle contestazioni che trapelano da alcune assemblee sindacali come quella di Mirafiori. Quella del 20 ottobre sarà una manifestazione di popolo, articolata, i Verdi ci devono stare dando un contributo di unità , rendendo più facile la federazione arcobaleno".

Mastella: l'accordo non si tocca "Pacta sunt servanda". È quanto ribadisce il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, interpellato a margine di un convegno sull’accordo sul welfare. "Il welfare - ha detto Mastella - è contemplato anche perché si è esposto il presidente del Consiglio". È "evidente", secondo il Guardasigilli, "che poi sul piano parlamentare, come è sempre stato, ci possano essere aggiustamenti ed emendamenti, ma l’accordo è quello, pacta sunt servanda, altrimenti è una sfiducia di fatto".

Prodi agli alleati: "Rimpasto? No, serve continuità" "Bisogna dare al paese continuità. Questo è lo sforzo" che stiamo facendo. Così Romano Prodi, intervistato in diretta dal Tg1, risponde ad una domanda sull'ipotesi di rimpasto di governo. "Abbiamo approvato una finanziaria con un decreto che distribuisce risorse agli italiani, vedo che il consiglio dei ministri lavora in modo armonico. Se l'Italia avesse avuto governi di legislatura avrebbe avuto risultati enormemente migliori. Perché non dare quindi al paese continuità. Questo é lo sforzo che sto facendo e continuerò a fare", ha detto il presidente del Consiglio.

Che conferma la volontà del governo di contribuire a trovare quelle soluzioni per la riduzione della spesa pubblica e dei costi della politica, a tutti i livelli. "Dovremo aggiungere anche l'attenzione alla spesa della Pubblica amministrazione, perché se si riduce "una cosa e non l'altra" dopo "non si fa che litigare ma non si hanno risultati".

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