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Wikileaks, altro scoop Nelle carte pure l'Italia "Strategia per colpirci"

Wikileaks "minaccia" un nuovo terremoto internazionale. Il sito si appresta a divulgare su internet circa 2,7 milioni di email top secret. Alcune carte riguardano l'Italia. Ma Frattini assicura: "Documenti di scenario"

Wikileaks, altro scoop 
Nelle carte pure l'Italia 
"Strategia per colpirci"

New York - Wikileaks "minaccia" un nuovo terremoto internazionale. Il sito si appresta a divulgare su internet circa 2,7 milioni di email che il dipartimento di Stato americano ha scambiato con varie sedi diplomatiche nel mondo. A riferirlo è l'emittente britannica SkyNews, che conferma dunque le indiscrezioni emerse da alcuni giorni a tal proposito. Alcune carte riguardano proprio l'Italia. "Basta denigrare il Paese - ha tuonato il ministro degli Esteri, Franco Frattini - l’Italia deve respingere ogni attacco, c’è una strategia per danneggiare la nostra immagine sul piano internazionale".

Mail imbarazzanti Secondo quanto si è appreso, tra i contenuti delle mail ci sarebbero anche commenti imbarazzanti su diplomatici e leader mondiali tra cui il premier russo Vladimir Putin, il presidente afgano Hamid Karzai e il capo di Stato pachistano Asif Ali Zardari. La data della pubblicazione di questi nuovi documenti riservati non è stata precisata, ma secondo alcuni media internazionali potrebbe trattarsi già della giornata odierna. Intanto - ha riferito Wikileaks con un post su Twitter - lunedì scorso il New York Times "ha informato" la Casa Bianca dei contenuti dei "file delle ambasciate": "ora ogni dittatore da due soldi del mondo" è stato informato prima ancora della pubblicazione, fa sapere il sito.

Sull'Italia documenti di scenario I documenti che saranno diffusi da Wikileaks sull’Italia sono "di scenario". Frattini ha, poi, sottolineato di aver parlato del caso con il Dipartimento di Stato americano. "Mi è stato anticipato che saranno documenti di scenario quelli che riguardano l’Italia", ha spiegato Frattini sottolineando che gli Stati Uniti non commenteranno quei documenti poichè si tratta di materiale classificato. Frattini ha inoltre aggiunto che "il responsabile della fuga di notizie è stato già catturato". Tuttavia, secondo il titolare del Viminale, esiste una strategia per danneggiare la nostra immagine sul piano internazionale. La tesi del ministro degli Esteri è stata sostenuta anche dal premier in Cdm. Del resto in conferenza stampa il Cavaliere è stato chiaro sottolineando che è in corso una campagna diffamatoria contro il governo e contro il nostro Paese.

Una strategia contro l'Italia Il responsabile della Farnesina nella riunione odierna ha citato le indagini su Finmeccanica, la diffusione ripetuta di immagini sui rifiuti di Napoli o sui crolli di Pompei e soprattutto l’annunciata pubblicazione di rapporti riservati concernenti la politica estera degli Stati Uniti, con possibili ripercussioni negative anche per l’Italia. Frattini si è riferito ai documenti che saranno diffusi da Wikileaks: "Ho parlato oggi con il Dipartimento di Stato e mi è stato anticipato che ci saranno documenti di scenario che riguardano anche l’Italia. Contro l’Italia non c’è un complotto, io ho parlato di elementi preoccupanti. Serve fermezza e determinazione per difendere l’immagine nazionale e la tutela degli interessi economici e politici del Paese". Proprio per respingere gli attacchi al nostro Paese il ministro ha portato oggi in Consiglio dei ministri una copia di Winning Italy, l’almanacco che raccoglie giorno dopo giorno il meglio dell’eccellenza italiana per evidenziare l’operato del governo e l’immagine positiva dell’Italia nel mondo.

Il mondo diplomatico in subbuglio Wikileaks ha riferito inoltre con un post su Twitter che gli Stati Uniti avrebbero già contattato alcuni dei loro alleati, tra cui Gran Bretagna, Australia, Canada, Norvegia e Danimarca, per informarle dell’imminente pubblicazione di documenti riservati del dipartimento di Stato. Dalle email che Wikileaks si appresterebbe a pubblicare risulterebbe tra l’altro il sostegno fornito dagli Stati Uniti ai ribelli turchi del Pkk, nonostante il Partito dei lavoratori del Kurdistan fosse nella lista americana delle organizzazioni terroristiche.

Prove tra Ankara e al Qaeda I documenti, secondo il Jerusalem Post e il New York Times, conterrebbero inoltre le prove del supporto fornito invece da Ankara ad al Qaida in Iraq. In alcuni documenti militari Usa i militanti del Pkk sarebbero stati definiti come "guerrieri per la libertà e cittadini turchi". Una parte di questi documenti riservati, inoltre, confermerebbe che gli Stati Uniti hanno fornito armi al gruppo militante attraverso le loro truppe schierate in Iraq.

I timori degli Usa La Cnn ha interpellato un ex ambasciatore americano a Mosca, James Collins, che ha avuto l’incarico dal 1997 al 2001 ed ora dirige il programma Russia ed Eurasia del Carnegie Endowment for International Peace, che esprime grande preoccupazione. "La pubblicazione di notizie di questo tipo potrà essere di detrimento alla costruzione della fiducia necessaria per avere relazioni diplomatiche efficaci e produttive.

Impedirebbe di continuare a fare le cose in un modo normale e civile".

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