Wojtyla santo? Non subito Il processo rallenta: nuovi dubbi sul miracolo

In ritardo la convocazione della consulta medica che deve pronunciarsi sulla guarigione di una suora dal Parkinson

La beatificazione di Papa Wojtyla può attendere. La data per la riunione della consulta medica chiamata ad esprimersi sul presunto miracolo attribuito a Giovanni Paolo II a tutt’oggi non è stata stabilita. E ancora si attendono i pareri di due medici sulla guarigione di suor Marie Simon Pierre, la religiosa francese malata di Parkinson e tornata sana dopo che le consorelle avevano invocato Papa Wojtyla.
Da quanto apprende il Giornale, uno dei pareri richiesti dalla Congregazione delle cause dei santi sul caso di suor Simon Pierre è stato già depositato, è favorevole e dunque il suo autore ritiene che la guarigione della suora sia inspiegabile. Un secondo parere, al momento non ancora depositato, sarebbe invece negativo. Proprio per questo, la Congregazione ha coinvolto un terzo esperto, che ancora si deve pronunciare. La presenza di pareri contrastanti non è una novità: le perizie previe servono per preparare il lavoro della consulta - in questo caso composta da sette medici - che si riunisce e discute, arrivando infine a una decisione. È però percepibile, fra gli addetti ai lavori d’Oltretevere, la volontà di non premere sull’acceleratore, al contrario di quanto è stato fatto finora. La proclamazione delle virtù eroiche del pontefice polacco risale al 19 dicembre, le carte relative al processo sul miracolo, ultima tappa per la beatificazione, sono state presentate immediatamente, eppure più di qualcuno ipotizza che potrebbe essere chiesto al postulatore della causa di presentare un caso diverso, allungando così i tempi.
All’origine dei problemi non ci sarebbe soltanto la difficoltà di diagnosticare con assoluta certezza questo tipo di malattie, ma soprattutto la dichiarazione di uno dei medici curanti della religiosa francese, il quale, dopo averle diagnosticato un morbo di Parkinson evolutivo, di fronte alla sparizione della malattia, non credendo alla possibilità del soprannaturale, avrebbe dichiarato: «Se è scomparsa allora significa che mi sono sbagliato nella diagnosi». Ci sono però altri neurologi i quali hanno confermato che realmente la religiosa francese era ammalata di Parkinson. Nel 2005, alla vigilia della sua misteriosa guarigione, suor Marie Simon Pierre assumeva 25 compresse di farmaci al giorno e peggiorava. Dopo la preghiera rivolta a Wojtyla, da allora, la suora sta bene e non avverte più alcun sintomo.
Il cardiologo Patrizio Polisca, medico curante di Papa Ratzinger, nella veste di presidente della consulta medica della Congregazione ha già approvato in passato un miracolo legato a questa malattia. Si tratta della guarigione di Azevedo Gomes Fonseca, una signora affetta da «sindrome extrapiramidale di tipo parkinsoniano di natura degenerativa»: la malattia scomparve dopo una novena dedicata ad Alexandrina Maria da Costa, la mistica portoghese che grazie a quel miracolo venne beatificata nell’aprile 2004. Dunque, nulla ancora è deciso e non è escluso che la consulta, quando finalmente si riunirà, ritenga valido il caso di suor Marie Simon Pierre. Ma è pure possibile che, invece, la Congregazione decida di chiedere al postulatore della causa, Slawomir Oder, di presentare un altro dei tanti casi di guarigione avvenuti per intercessione di Papa Wojtyla. Quello che è certo è che ai medici ha dato fastidio il fatto che i media abbiano presentato già come «miracolo» la guarigione della suora francese.


Non incideranno invece nel processo ormai concluso le polemiche di questi giorni sul mancato intervento da parte della curia wojtyliana nei confronti del fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel, accusato di aver abusato di alcuni seminaristi.

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