Zanetti, sindaco «coraggio»

Zanetti, sindaco «coraggio»

È stanco, provato. Ma non molla. Attilio Zanetti, sindaco di Cogoleto, si ritrova al centro di un caso diplomatico internazionale, ma si muove con il fare di un politico scafato. In questi giorni si moltiplicano le riunioni in consiglio comunale per stabilire una linea di condotta a favore della famiglia che sta nascondendo Maria per evitare il rimpatrio forzato della bambina in Bielorussia. «È un caso troppo grave - dice - noi come consiglio comunale ci riuniremo per approvare un documento unitario di solidarietà a queste persone che si stanno dimostrando molto coraggiose». Zanetti, che in consiglio comunale si ritrova come consigliere di opposizione la «nonna» materna della bimba, ha mobilitato tutti con la stessa unità d’intenti. Giovedì sera ci sarà una fiaccolata ed è nato un comitato di cittadini.
E il sindaco va dritto insieme a tutto il suo consiglio verso l’obiettivo di salvare Maria. «Abbiamo vissuto il momento tragico nel quale la bambina ha capito che sarebbe stata rimpatriata - dice - abbiamo visto il suo terrore. Abbiamo parlato con i medici e gli psicologi che l’hanno seguita e che hanno raccontato le terribili violenze a cui viene sottoposta. Come facciamo a lasciarla partire? Chi ci dice che la situazione sarà diversa? E comunque ormai i problemi di Maria, dopo le violenze, sono tali che se vogliamo che la piccola si salvi deve essere seguita in Italia in strutture italiane».
Anche il parroco don Danilo ha avuto parole di sostegno per la famiglia: non solo per i genitori affidatari, ma anche per i nonni, gli zii, per gli amici. È grande la rete di amore che abbraccia la piccola e che fino a questo momento l’ha salvata dal ritorno all’inferno. Chiara e Alessandro hanno preparato un dossier con tutti i documenti che riguardano la piccola. Dai disegni fatti con lo psicologo che la segue da tempo, fino ai certificati medici di Gaslini, Galliera e di professionisti che hanno riscontrato le violenze fisiche esercitate sulla piccola. I carnefici sono gli altri ragazzi dell’istituto che a loro volta, forse, sono stati seviziati. Una promiscuità tra bimbi piccoli e ragazzi di vent’anni che diventa caos di notte quando pare che dall’esterno si introducano nella struttura di Vileika anche persone esterne sempre per commettere abusi sui bambini.
Pieno sostegno alla bimba bielorussa che non vuole tornare a casa in affido per vacanze terapeutiche ad una coppia genovese che si sta battendo per proteggere la piccola dall' associazione Amici dei Bambini, che a tutela dei diritti della minore ha anche messo gratuitamente a disposizione il proprio ufficio legale. Gli avvocati di Amici dei Bambini possono essere contattati al numero. L'associazione che da vent'anni opera in Italia e nel mondo per garantire una famiglia ai bambini abbandonati, si mette dalla parte della bambina bielorussa e del suo diritto a crescere nel calore di una famiglia e annuncia che presenterà un'istanza presso il Tribunale dei Minorenni di Genova contro il provvedimento di restituzione della minore.

«Perché lo Stato italiano vieta l'estradizione di un condannato a morte in un Paese straniero - chiede il presidente dell'associazione Marco Griffini - mentre obbliga la coppia a restituire una minorenne innocente disposta a suicidarsi pur di evitare la vita nell'istituto?». \

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