«Sua Emittenza», lo chiamavano quando ancora non era alternativamente «il piduista», «Nerone», «Benito», e via così come da repertorio di Antonio Di Pietro, Marco Travaglio e compagni(a) insultante. Che contrappasso allora, che Sua Emittenza sia costretto a spegnere la televisione. Invano fra laltro, visto che quando decide di non guardarla qualche solerte collaboratore subito si premura di avvertirlo: «Presidente, ha visto che la stanno attaccando in tv?».
E poi dice che uno sbotta in un poco diplomatico: ora basta! Bisogna immaginarselo lo zapping del Cavaliere. Nemmeno la domenica si cheta. Anzi, la domenica è proprio una giornataccia, cè di che farsi andare di traverso tutti i pasti. A pranzo cè Lucia Annunziata. Ha a disposizione giusto Mezzora, ma tanto le basta. Memorabili sono rimaste due apparizioni di Massimo DAlema, che nella prima definiva il Cavaliere «dimezzato» nonché «arrogante e incapace», nella seconda profetizzava le ormai famose «scosse» che, ogni tanto nel fiume un cadavere passa, poi gli si sono ritorte contro. Ma, più del politico poté lo scrittore, alla storia del giornalismo contra personam passerà anche lintervista ad Antonio Tabucchi, che accostando il berlusconismo agli «ismi» di Franco e di Stalin, tanto per mantenere toni soft, si dilungò sullanomalia di un «presidente del Consiglio che si è scambiato con lo Stato» buttando lì che le sue sono alleanze con «partiti di ispirazione neonazista». Ma il meglio arriva la sera. Mentre ceni cè Fabio Fazio: da sinistra lo attaccano perché non è abbastanza coraggiosamente antiberlusconiano, «maestro del paraculismo dessai» lo ha definito MicroMega, ma intanto è a Che tempo che fa che Gianfranco Fini ha lanciato una delle bordate più potenti, definendo il Pdl una caserma e ribadendo lormai celebre fuorionda del premier che «confonde la leadership con la monarchia assoluta». Subito dopo cè Parla con me, e lì serve lAlkaseltzer. Sul divano rosso negli ultimi mesi è stata unescalation, dallo Scalfaro del «Berlusconi desidera il potere e vuole pochi controlli» allo Scalfari dellavviso agli italiani: il «Caimano» vuol passare «da una Repubblica parlamentare a una Repubblica autoritaria», e stia attenta Serena Dandini, «non vorrei che la sua trasmissione fosse a rischio». Per chi se la fosse persa, la puntata verrà ritrasmessa stasera, repetita iuvant soprattutto in tempi roventi come questi.
Che sia giornalismo o satira, da Giovanni Floris ad Ascanio Celestini lassioma è sempre lo stesso: se non sei con noi sei con «lui». Per un semplice sillogismo poi, tutto ciò che riguarda «i suoi» è colpa «sua». Qui il maestro è Michele Santoro, ogni giovedì delle due luna: o te ne vai al cinema oppure assisti al tuo processo in diretta ad Annozero. Pescando random. Si parla di criminalità in Campania? Magicamente il discorso vira sulla riforma della Giustizia, ospite casuale Di Pietro che individua «il vero problema del paese: Berlusconi», rappresentante in studio per il contraddittorio Fabio Granata, un finiano che in quanto tale sul tema resta freddino. Puntata sulla mafia? Se non si può citare Berlusconi basta tirare dentro uno dei suoi, Marcello DellUtri per dire, lattendibilità del pentito Nino Giuffrè che lo accusa di essere il punto di riferimento dei clan sarà pure ancora tutta da verificare, ma intanto il gioco è fatto, gli spettatori hanno fatto due più due e il Cavaliere è servito con coppola e lupara. Il premier, in realtà, anche in pubblico non ha mai fatto mistero della sua insofferenza. Nel dicembre scorso si sfogò con i giornalisti: «Scusate, corro a casa a preparare le valigie per spostarmi a Panama. Certo, mi mancheranno Repubblica, lUnità, Annozero e i pm, ma cercherò di sopravvivere».
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