da Bagdad
I due funzionari dell'ambasciata marocchina a Bagdad, rapiti la scorsa settimana dal gruppo terroristico di al Qaida, saranno uccisi perché giudicati apostati. Lo ha annunciato ieri un comunicato apparso sui forum islamici in Internet a firma del gruppo guidato dal superterrorista giordano Abu Musab al-Zarqawi. «L'autorità legislativa dell'organizzazione Al Qaida in Irak ha deciso di applicare la legge di Dio contro gli infedeli e ha stabilito di ucciderli», dice il comunicato, aggiungendo che nei prossimi giorni sarà data notizia dellavvenuta esecuzione. I due marocchini, si legge, sono stati catturati e giudicati «nellambito delloffensiva lanciata dai mujaheddin contro le rappresentanze diplomatiche miscredenti».
Al Qaida ha anche rivendicato ieri l'abbattimento dell'elicottero statunitense precipitato ieri a Ramadi: due i militari americani morti. Il comando Usa ha confermato lo schianto dell'elicottero, un Ah-1w Super Cobra, e la morte dei due che si trovavano a bordo. Un altro soldato americano è stato ucciso ieri a Ramadi dall'esplosione di un ordigno piazzato sul ciglio della strada. L'esplosione è avvenuta durante un combattimento. Con questultima vittima è salito a 2036 il numero dei soldati Usa che hanno perso la vita in Irak dall'inizio delloffensiva americana, nel marzo 2003.
In Irak la paura di attentati è tale da indurre i musulmani a rimanere chiusi in casa anche durante le celebrazioni per l'Aid al-Fitr, la festa che segna la fine del Ramadan: i sunniti lhanno celebrata ieri, oggi toccherà alla maggioranza degli sciiti. La gente vuole evitare i luoghi affollati, possibili bersagli di attacchi terroristici da parte di Al Qaida. Questa situazione si ripercuote sul commercio. «I continui attacchi kamikaze e le sparatorie in strada ci spingono a chiudere in questo periodo le nostre attività commerciali», ha detto un negoziante di Bagdad. Secondo fonti del ministero della Difesa iracheno, dal gennaio 2004 a oggi sono 26mila gli iracheni - per lo più civili - rimasti uccisi o feriti negli attacchi della guerriglia.
La questione irachena torna in primo piano allOnu: Washington sta facendo circolare al Palazzo di vetro una bozza di risoluzione per estendere di un anno il mandato, che scade a fine 2005, della forza militare multinazionale in Irak, forza che è attualmente composta di circa 180mila uomini (circa 158mila americani).
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