Dal maestro Franco Zeffirelli al pluricampione di ciclismo Francesco Moser, dallimprenditore milanese Luigi Koelliker al regista Pasquale Squitieri. E ancora il calcio col presidente del Palermo Zamparini, leconomia con il docente della Bocconi Roberto Perotti. Insomma, è un coro, anche dai vip: bene, bravi, avanti così, pagare il canone Rai equivale a buttar via i soldi, basta.
Se la conosci la eviti, sarebbe da chiosare. Sì, perché proprio da chi ha vissuto mamma Rai dallinterno arrivano i «no» più decisi. Come quello del Squitieri, che confessa di non aver mai pagato. Come quello del maestro Zeffirelli - tra i primissimi a aderire - disgustato dalla televisione come «arma di propaganda». O come Romano Bracalini: «Mentirei dice il giornalista e storico se dicessi che nei 30 anni in cui ho lavorato in Rai non spadroneggiassero i partiti. Ma un minimo di meritocrazia cera ancora. Oggi va di moda la televisione sgrammaticata dei Santoro. Meglio liberare il contribuente dalla ipocrita gabella di un canone iniquo».
Mondo della cultura, dello sport, dello spettacolo, tutti contro la Rai che dimentica di essere servizio pubblico. E anche leconomia è critica. E preoccupata. Qualche esempio? Ecco alcune testimonianze di illustri personaggi da noi interpellati che non hanno sottoscritto la campagna del Giornale, pur condividendo però lallarme per la deriva della tv di Stato. Perplesso Mauro Moretti, ad di Ferrovie dello Stato spa: «In questo momento io sento molto la mancanza di un giornalista come Indro Montanelli, sferzante e intelligente». Massimo Ponzellini presidente di Impregilo e di Banca Popolare di Milano: «Un servizio pubblico è per sua natura rivolto a tutti e tutti deve rispettare: quindi deve essere obiettivo. Se una notizia, anche vera, non viene data con il necessario equilibrio e con obiettività, alla fine essa risulta dannosa alle persone e alla collettività».
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