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Zidane: «Lo scudetto va alla Juve, purtroppo»

nostro inviato a Madrid

Zidane dice: «Lo scudetto? Vincerà la Juve, purtroppo». Purtroppo, cosa? chiedono occhi sgranati e bocche spalancate di giornalisti italiani. Zizou ride e ricorda. «Non volevo dire purtroppo». Ma l’ha detto. Gruppo di famiglia, sponsorizzata e calcistica, in un prato verde di Madrid. Una gioia per gli occhi di chi ama il calcio: Zidane e Beckham, che racconta: «Ho mille scarpe da calcio, più di quante ne abbia in tutto mia moglie». Kakà e Cambiasso vestito con una tuta nera e rossa. Nesta e Mauri, Riquelme e Xavi Alonso, Larsson e Simao, Dalla Bona e Mutu. Grandi e piccoli, o quasi, del pallone. Ad ognuno la sua scarpa marchiata Adidas, ma quelle di Beckham, color argento e granata, in esclusiva, una delle tante che portano oro. Spiegano: «Le ha disegnate lui, può indossarle solo lui, nessun altro al mondo».
Anche qui David è il bello del reame. Si tira dietro giornalisti e tivvù come fosse miele per le api. Gioca con Nesta contro il gruppo dell’altro mondo: Morientes e Kakà, Raul, Zidane e Cambiasso. Chi vince, racconta lo sponsor, avrà in regalo 15 paia di scarpe a testa da regalare alla squadra in cui ha cominciato quando aveva dieci anni. Kakà ripensa nostalgico: «Quando papà mi ha regalato le prime scarpe, me le sono portate a letto». Ma vincono i bianchi, di Nesta e Beckham. E anche stavolta Cambiasso ha sbagliato squadra.
Scampagnata che fa bene alla salute e alle parole in libertà. Mutu ripensa alla sua storia inglese: «Nello spogliatoio c’era un cartello: l’allenatore ha sempre ragione. Dunque come fate a dire che Capello è spietato quando ci lascia in panchina o ci dà il cambio?». Le confidenze vanno oltre: «Lo dicevo con Vieira, il calcio inglese è più difficile di quello italiano. C’è più ritmo, più velocità, sei più continuo. I giocatori non si buttano tanto per terra, non svengono al primo contatto. Qui vedi Totti o Gilardino che vanno a terra per un niente. Là è difficile trovare gente che inganna l’arbitro, non è da uomini».
Voltar pagina e leggere lo sguardo di Zidane è come trovare una finestra che porta aria fresca. Parla ancora di Juve e questa volta abolisce i purtroppo. «Non tradisce mai». Semmai coccola Lippi. «L’Italia è la squadra di un allenatore che amo. Una squadra che può sempre sorprendere». Poi c’è la Juve. Una carezza: «A loro il campionato, a noi la Champions». Un pronostico: «Ibrahimovic sta diventando grande. È il giocatore che più si avvicina a Van Basten».
Tocca a Beckham chiudere la giornata come fosse stato davvero il padrone di casa. D’accordo qui Madrid, ma il cuore è in Inghilterra: «Anche se le cose non gli vanno bene, il Manchester è destinato a vincere. Il mio cuore è là. La mia passione resta il pallone». E s’è visto anche ieri: quando si è trattato di vincere.

Più Beckham e meno Kakà.

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