Zlatan, che «prima» a San Siro Due gol per accendere il Milan

Debutto coi fiocchi per Allegri in Champions: non poteva immaginarselo più attraente e promettente. Il suo Milan ritrova il successo in casa dopo quasi tre anni di vano inseguimento (1-0 al Celtic, 2007), ed è già una notizia non solo per gli statistici. Ibrahimovic dinanzi ai 70mila di San Siro in estasi incarta due cioccolatini che mettono in ginocchio l’Auxerre e consegnano i primi tre punti del girone ai rossoneri. Certo deve attendere metà della seconda frazione per vedere all’opera il miglior Milan fin qui presentato: quello del primo tempo è lento, impacciato, arruffone, poco preciso. Il cambio di passo avviene nella ripresa grazie, è vero, alle esibizioni balistiche dello svedesone. Ma c’è dell'altro da raccontare e da segnalare. Per esempio di questo splendido cavallo nero chiamato Boateng che incanta dal primo pallone rincorso e che fa immaginare che la segnalazione (di Allegri) sia eccellente e che, dopo tanta affannosa ricerca, il Milan sia riuscito a trovare finalmente un centrocampista all’altezza. Di Ambrosini, uscito presto per un pestone alla caviglia, non c’è nessun rimpianto. Suo, del lodato Boateng, il tocco di testa per Ibra che irrompe per fulminare portiere e difensore. Il tutto naturalmente condito col peperoncino di Ronaldinho al quale, appena viene concesso un po' di spazio, può mettere in vetrina la capacità di trovare anche un sodale nella metropolitana di Londra all’ora di punta. Suo l’assist per il raddoppio di Ibrahimovic che comincia a seminare i gol che devono portarlo lontano, molto lontano.

È bene, alla fine, dopo aver incassato il rotondo 2 a 0, non dimenticare gli affanni e le pigrizie del primo tempo e anche qualche clamoroso «buco» nel quale i francesi non sono riusciti a far danni (vedi il contropiede 4 contro 2 nel finale del primo tempo). A Cesena andò tutto per il verso storto, segnalazione degli assistenti compresa. Qui, invece, col trio romeno, va tutto liscio e un bel fuorigioco doc impedisce all'Auxerre di prendersi almeno una piccola rivincita.