«La mia era solo unidea». Fa dietro-front il prefetto, Achille Serra, sul problema della prostituzione e sulleventualità di un quartiere a luci rosse. «Su questo tema è stata molto enfatizzata una mia frase - ha ribadito Serra, durante la trasmissione Diario di Maurizio Costanzo, in onda ieri -. Alla domanda di una giornalista su come fronteggiare la situazione ho risposto di andare a vedere cosa succede allestero, in Paesi come lOlanda, la Germania, gli Stati Uniti e la Francia dove è stata localizzata una zona fuori dalla città in cui far confluire queste persone che si dedicano alla prostituzione. Ma, tengo a ribadirlo, la mia era solo unidea».
Unidea su un argomento che, per molti, è un grosso problema. «Ricevo molte proteste e lettere di gente che mi chiede come mai le volanti passino davanti alle prostitute e non facciano nulla - prosegue Serra -, mentre invece pochi sanno che la prostituzione in Italia non è vietata. È vietato lo sfruttamento sul quale bisogna lavorare molto ed è meritoria lopera di Don Benzi che cerca di recuperarle». Cerca di recuperare il prefetto e spiegare quello che qualche tempo fa ha riempito le pagine di molti giornali: «Si tratta di un fenomeno drammatico. Ma, visto che non è possibile prendersela col cliente, ho pensato che un posto controllato, ben lontano dal concetto delle case chiuse, limiterebbe anche il fenomeno dellimmigrazione clandestina legata alla prostituzione».
Si sofferma anche sulle persone che abitano in zone dove la prostituzione è il fenomeno per antomasia: «In quelle zone non solo è difficile dormire, ma i residenti assistono a questa sopraffazione da parte degli uomini verso queste ragazze». Uno dei tanti problemi della città, quello della prostituzione. Ma Serra in questa città rifarebbe il prefetto, dopo un eventuale trasferimento allestero: «Roma è la mia città, è cosa mia».
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