nostro inviato a LAquila
Arrivate le bandiere e pronto il caffè, allora si può iniziare. L'essenziale: l'anima di questo G8 preparato in due mesi, il vertice dei letti di legno e dei menu d'Abruzzo, chiuso nelle mura solide della scuola della Finanza più grande d'Italia, Coppito, L'Aquila. Una riunione che parte domani mattina dal dolore, dalla furia dell'ambiente, dall'impreparazione degli uomini e dove una sala sarà tutta dedicata ai video dei vigili del fuoco al lavoro sulle macerie, un «11 settembre» della natura per spiegare ai grandi della Terra cosa è stata la morte, e il coraggio, in questo luogo. A Coppito arriveranno oggi camerieri, restauratori, traduttori e nessuno ti dà retta: i ritmi sono intensissimi, si stanno verniciando le ultime sale, si stanno contando le sedie, predisponendo i microfoni.
Sono arrivate le bandiere dei Paesi ospitati, gli oleandri per la piazza d'Armi della caserma. Il caffè, firmato L'Aquila: Michele Morelli e Stefano Biasini pensavano di aver perso tutto nella notte del 6 aprile, lavoravano in piazza del Duomo, bar distrutto, e ora si troveranno a passare la tazzina a Barack Obama. Caffè e cappuccino. Così è la vita in questa città che trema ancora, dove il G8 e la vita in comunità sembrano aver sviluppato i talenti, affinato la sensibilità, l'arte, la poesia. Il bancone sul quale la coppia del caffè Morelli-Biasini servirà i leader mondiali diventerà una tavolozza di autografi. Ogni capo di Stato, da Obama, a Sarkozy, da Angela Merkel a Berlusconi, potrà scrivere la propria dedica sul banco della torrefazione. Dopo il G8 partirà l'asta e il ricavato confluirà nei fondi di solidarietà alle popolazioni terremotate d'Abruzzo. Anche i mobili delle suite dei leader saranno messi all'asta, mentre i 1500 alloggi saranno destinati in futuro ai terremotati. Oltre al vino, il Montepulciano, e alle carni, questa terra entrerà anche nella lista dei dolci per le cene: a Coppito è arrivato il Panducale, preparato secondo la ricetta tramandata da più di settecento anni.
In piazza d'Armi è stato montato un palco per le fotografie ai Grandi ma la foto di rito degli Otto non verrà scattata in quel punto, si sta valutando un'altra sala. Pronti gli alloggi, ma non bisogna immaginare souvenir e regalini che ricoprono le trapunte: pareti color crema, copriletto bianchi, come le tende, stanze di lavoro accanto alle camere da letto per i capi di Stato, televisioni satellitari e collegamenti Internet e un nome di città italiana per ogni palazzina (saranno otto) che ospiterà i presidenti con i 25 componenti delle loro delegazioni.
Adesso bisogna solo aspettare. Aspettare anche i movimenti della terra, perché anche ieri il terremoto è tornato: per sei volte, tra le 4 del mattino e le 15.40 del pomeriggio da 2.1 a 3 gradi di magnitudo. Tutto è pronto comunque e Coppito per il piano di evacuazione in caso di sisma superiore ai 4 gradi della scala Richter.
Ieri sono proseguite le operazioni di isolamento dell'area della caserma, zona rossa già da due giorni. Sono stati saldati tutti i tombini. In un raggio di più di sei chilometri i controlli sono diventati più stretti, ieri anche attorno ad alcuni palazzi sensibili, come l'Hotel Amiternum: qui dovrebbero alloggiare parte dei servizi di sicurezza degli Stati Uniti. Entrare è proibito senza un pass e tutte le fermate delle autolinee pubbliche sono state spostate. Nelle tendopoli ai visitatori possono intrattenersi solo dieci minuti. Ma sembra che gli aquilani siano i primi a non volere cortei troppo arrabbiati, violenti. Alla fiaccolata nel terzo mese dal terremoto organizzata nella notte tra domenica e lunedì, una sfilata notturna per le vie del centro aperta dai genitori dei ragazzi morti nella Casa dello studente, gli organizzatori del comitato 3.32 hanno precisato: «Noi vogliamo giustizia, vogliamo essere interpellati come comitati dalla Protezione civile. Prendiamo le distanze dai manifestanti». Alla partenza circolava però già un volantino preparatorio dei No-G8 dal titolo: «Yes, we camp», una presa in giro al «Yes we can» di Obama, per rivendicare come propria la condizione di accampati degli aquilani.
Misure di sicurezza anche a Onna, il paese più distrutto dal terremoto, dove si lavora intensamente per concludere le prime quattro casette di legno costruite dalla Provincia di Trento con fondi della Croce Rossa (in totale saranno 91) da mostrare domani a Angela Merkel. Una era pronta già ieri: è composta da una sala, due stanze, bagno e soprattutto una perfetta piastra antisismica. Onna è stata «adottata» per la ricostruzione dai tedeschi.
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