Per qualche anno c’èstata una gigantesca ipocrisia. Sembrava che le nomine al Corrierone, in Telecom e Generali passassero per un pomposo comitato nomine (appunto) all’interno di Mediobanca. Piazzetta Cuccia considera queste tre partecipazioni strategiche e su di esse non vuole mollare la presa. La zuppa ritiene che però l’influenza sulle reginette del nostro capitalismo da parte di piazzetta Cuccia non sia la medesima. Vediamo. Stretto controllo su Generali, medio su Telecom, relativamente basso sul Corrierone.
Dove per una sorta di Yalta della finanza che conta, l’ultima parola oggi spetta a Gianni Bazoli, il grande vecchio della finanza bresciana e presidente di Intesa. I manager di Mediobanca hanno deciso di essere in maggioranza nel comitato nomine: tre a due. Non ci sono più scuse. Saranno Alberto Nagel, Saverio Vinci e Renato Pagliaro a fare le nomine per conto dell’Istituto. Ad opporsi ci ha pensato solo il francese Vincent Bollorè, che non ha gradito la decisione, e teme di essere marginalizzato. Con tutta probabilità verrà ricompensato con la possibilitàdei soci esteri e francesi di mantenere nel patto di sindacato la propria quota dell’11%,senza scendere di una virgola. Marco Tronchetti Provera si libera di un peso. Faceva infatti parte proprio di quel comitato che ha nominato (non certo con il suo apprezzamento) Franco Bernabè alla guida della Telecom.
D’ora in poi oneri e onori del dossier Telecom saranno ancora più direttamente riconducibili ai manager della banca: una bella gatta da pelare. Nelle Generali le cose sono altrettanto complesse. Il suo numero uno, con qualche ragione, si chiede per quale dannato motivo Unicredit e Mediobanca stiano salvando il suo concorrente numero uno, e cioè la Fonsai di Ligresti. Ma al contempo si ha come l’impressione che il mandato di Giovanni Perissinotto sia sotto stretta, strettissima osservazione. Gli azionisti, e non solo Mediobanca, non sono affatto soddisfatti della gestione dell’assicurazione. E uno di loro ci ha confidato: «Per una volta Geronzi in Generali aveva fatto una battaglia per aumentare l’efficienza e la redditività della società e non solo per perseguire qualche più alta compatibilità politica». Infine Rcs.
Qui la storia è diversa. Una sorta di entente cordiale ha lasciato la sfera di influenza a Bazoli. Il grimaldello per scardinare questo stato di cose non parte da Piazzetta Cuccia, ma dai soci privati della Rcs, che spesso coincidono (come per Diego Della Valle) con quelli di Mediobanca. Insomma: il fatto che il comitato nomine di Mediobanca sia in mano ai manager aiuta i privati a condurre la propria battaglia in Rcs direttamente nel suo patto di sindacato. Non coinvolgendo la banca e con le mani così più libere. P.S. La settimana prossima il vicepresidente della Confindustria, Edoardo Garrone, sarà a Chisinau alla Casa Sarbatorii, Str. Ghioceilor 1, per la presentazione ufficiale di Confindustria Moldova.
In tempi di riduzione degli sprechi e di appelli di Emma Marcegaglia contro la «casta », si dà per scontato che il viaggio sarà a carico della Erg; ops: la società è ancora quotata e dunque ha degli azionisti di
minoranza. No. Garrone sicuramente pagherà di tasca sua. Più che scontato, praticamente certo, che l’aereo privato che la Marcegaglia spesso usa per i suoi spostamenti sia di famiglia e non riaddebitato a Confindustria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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