Zuzzurro si ripete «tutti i santi giorni»

L’attore porta sul palcoscenico dello Spazio Mil il monologo tragicomico scritto da Michele Serra

Zuzzurro tradisce Gaspare per Michele Serra. Messo così, sarebbe il più improbabile dei titoli da rotocalco. Un po' di vero c'è, ma le cose in realtà sono più complicate.
Perché Andrea Brambilla, alias Zuzzurro, non è alla sua prima volta: il palcoscenico se l'è conquistato a colpi di monologo già tre anni fa con Il mio cane stupido di John Fante. Fu un successo. Quest'anno, allo Spazio Mil di Sesto San Giovanni, Brambilla si è affidato alle parole e ai pensieri di un acuto osservatore del quotidiano come Michele Serra, nella pièce Tutti i santi giorni - Parole per un anno. «Da sempre seguo Serra - ha spiegato l'attore -. Un giorno mi sono deciso a contattarlo e a chiedergli se potevo utilizzare i suoi testi per un monologo. Lui ha fatto di più, ha completato lo spettacolo con alcuni brani inediti. Un matrimonio imprevisto? Non direi, entrambi viviamo con l'ironia, anche se lui sa andare più a fondo di me nell'osservazione della vita, io sono più leggero. Di Serra apprezzo la capacità di raccontare il disagio sociale e individuale di questa nostra epoca, con ironia ma senza alcun compromesso».
Tutti i santi giorni è, a dire il vero, una cornice: un uomo è in partenza, forse trasloca o forse semplicemente parte per le ferie. Si sa solo che, per lui, questo è l'ultimo giorno. La cosa lo rende felice perché, confessa al pubblico, non ne poteva proprio più. Stanco dei tempi che sta vivendo, esausto per l'astio e la mediocrità imperanti, ha deciso di mollare tutto. Prima di chiudere casa, l'uomo stacca dalle pareti pro-memoria sotto forma di post-it rossi fluorescenti: su ciascuno di essi, il nome di una persona o di una cosa che, con ogni probabilità lui non vedrà più. «É un monologo tragicomico con un finale a sorpresa - rivela Andrea Brambilla - Per il pubblico è l'occasione di riflettere su un disagio collettivo. La vita moderna è condizionata dall'egoismo, non si è più in grado di intravedere le ragioni dell'altro. La soluzione? Riscoprire il senso di una parola oggi finita fuori moda: gentilezza».
E buona parte dei problemi viene dalla tv. «Nel testo la tv incombe sul protagonista, lui la spegne, ma si riaccende da sola». E dire che la tv lanciò parecchi anni fa la coppia Zuzzurro e Gaspare: «Sì, ma non era quella di oggi, fatta di tronisti e di cafoni che spaccano le noci di cocco su un'isola deserta». Molto meglio i monologhi, dunque.

Anche se una controindicazione c'è: «qui se sbaglio, non posso dare la colpa a Gaspare».
Tutti i santi giorni.

Parole per un anno
Allo Spazio Mil, Sesto San Giovanni
Questa sera, ore 21
Tel. 02-36592544

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